Non si sa ancora se alla fine il casinò a Termoli diventerà mai realtà, ma c'è già chi protesta e si oppone al progetto.
Dalle pagine dei quotidiani locali difatti si leva la voce delle associazioni La casa dei diritti e Konsumer, che paventano “un rischio sociale ed economico per tutta la comunità” e chiedono sul tema un confronto con l’amministrazione comunale.
Ricordiamo però che al momento quella di costruire un casinò a Termoli è solo un'idea, lanciata dall'avvocato Giovanni Di Stefano e dai rappresentanti del Partito nazionale italiano, che hanno scritto al presidente della Regione Francesco Roberti con la richiesta di attivare un iter ufficiale presso il ministero dell’Economia per ottenere la deroga legislativa, di creare un tavolo tecnico regionale con esperti di vari settori, e di promuovere pubblicamente l’iniziativa per consolidare il consenso popolare e attrarre investitori privati.
Al momento Roberti sembra non aver dato risposte, ma Di Stefano, come rimarcato nei giorni scorsi in un'intervista a GiocoNews, sembra intenzionato ad andare avanti comunque.
“Il casinò sarà costruito all’interno di un resort integrato, secondo un modello internazionale di successo, come già visto a Portorož in Slovenia o Loutraki in Grecia” e includerà “una casa da gioco regolamentata, un hotel 5 stelle con centro congressi, galleria commerciale, centro benessere, collegamenti diretti con il porto turistico di Termoli”.
L'obiettivo è di essere operativi entro il 2028, e di completare il complesso entro 24-36 mesi.
Di fronte alle critiche delle ultime ore, Di Stefano ribadisce alla nostra testata il suo punto di vista, e anche i suoi progetti: "“Noi siamo disposti a continuare, e a rischiare, perché la politica cambia, domani ci possono essere nuovi politici. Io conto sul futuro, su chi vuole andare avanti. Non cerchiamo finanziamenti da nessuno, contiamo sui nostri, sulle nostre capacità".
Vedremo come andrà a finire.