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Casino Campione, due osservazioni sull’analisi sul primo semestre del 2025

01 agosto 2025 - 12:22

La relazione moderatamente ottimistica dei commissari giudiziali della casa da gioco ha spinto l’analista Mauro Natta a produrre alcune osservazioni sui dati presentati.

Foto Manuel Kovsca

Foto Manuel Kovsca

"Nel primo semestre del 2025 la società di gestione del Casinò Campione d'Italia ha “proseguito l’esecuzione del piano concordatario in sostanziale coerenza con gli impegni assunti nei confronti dei creditori, mantenendo un adeguato livello di interlocuzione e trasparenza nei confronti degli organi della procedura”.

È quanto ritengono i commissari giudiziali della Casa da gioco, Alessandro Danovi e Gianluca Minniti, nella loro relazione semestrale sull'andamento del percorso concordatario e che ovviamente si basa su quella a sua volta loro trasmessa dal Casinò. “Diverse sono le osservazioni e le riflessioni che mi permetto di fare a seguito della posizione dei Commissari giudiziali della casa da gioco, che hanno affermato come la situazione del Casinò di Campione d’Italia sia sotto controllo”.

Una lunga e dettagliata analisi dell’esperto di case da gioco Mauro Natta ha fatto il punto sui risultati del check dei commissari Alessandro Danovi e Gianluca Minniti, nella loro relazione sul primo semestre del 2025 sull'andamento del percorso concordatario e che ovviamente si basa su quella a sua volta trasmessa dal Casinò. La posizione era la seguente: “Nel primo semestre del 2025 la società di gestione del Casinò Campione d'Italia ha proseguito l’esecuzione del piano concordatario in sostanziale coerenza con gli impegni assunti nei confronti dei creditori, mantenendo un adeguato livello di interlocuzione e trasparenza nei confronti degli organi della procedura”. Natta ha due eccezioni da segnalare. “La prima è riferita al fatto che l’apporto di ogni frequentatore, a fronte di un incremento di presenze è diminuito. La seconda che i Commissari scrivono: “pur in presenza di una distanza ancora significativa rispetto ai volumi di affluenza previsti dal Piano, la tenuta dei ricavi medi per visitatore ha consentito il raggiungimento ……”.

Ora, non conoscendo l’incidenza dei ricavi slot sul totale e neppure quella di ogni gioco da tavolo sul totale di questi ultimi, mi chiedo se la diversificazione dell’offerta è stata tale da incrementare i cosiddetti proventi aleatori che si accompagnano ai giochi da tavolo. Mi sia consentito un modesto richiamo alle norme del contratto di lavoro relativamente alla ripartizione degli accennati proventi. Innanzi tutto occorre porre l’attenzione sul numero delle tipologie di giochi da tavolo praticati al momento, quelle poche notizie delle quali dispongo mi suggeriscono rispondere che sono calati. Sicuramente non intendo il numero dei tavoli in quanto il costo del personale è una rilevantissima componente del lato sinistro del conto perdite e profitti.

Tornando ai giochi tradizionali mi risulta che lo chemin de fer sia scomparso, che la roulette tradizionale abbia trovato nella fair roulette un sostituto valido non tanto nei risultati lordi (mance comprese) quanto nel costo del personale impiegato. Probabilmente un pensiero simile ha provveduto, in parte, all’affidamento al punto banco i risultati realizzabili con lo chemin. Non tanto per l’impatto del costo della forza lavoro o del fatto che per montare un tavolo di chemin si impone un numero minimo di giocatori seduti, quanto la eventualità di attivare un ufficio addetto al cambio assegni o altri titoli di credito con un occhio di riguardo al disposto dell’art. 1933 del codice civile.

Mi permetto di considerare il calo del perduto, pur se un dato statistico, per ogni singolo giocatore. La probabile assenza di giochi che prima erano in esercizio mi inducono a collegare il risultato narrato ad una minore, rispetto al periodo precedente la chiusura fortunatamente rientrato, presenza di qualità. Sicuramente non si poteva, nemmeno con la più ampia fantasia,

 

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