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Corte dei conti, Rendiconto generale Stato: 'Entrate giochi 0,5% del Pil'

26 giugno 2025 - 15:27

Nella relazione sul rendiconto generale dello Stato 2024 presentata dalla Corte dei conti si legge che la raccolta lorda è a 157,4 miliardi, le vincite a 135,9.

Scritto da Redazione
© Corte dei conti - Sito ufficiale

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Le entrate del settore 'giochi e scommesse', inclusive dei proventi registrati sul Titolo II tra le entrate extratributarie, rappresentano lo 0,5 percento circa del Pil (l’1,8 per cento delle entrate tributarie e il 3,8 per cento delle imposte indirette) con un gettito complessivo netto di circa 11,6 miliardi, invariato rispetto al 2023.”

Il dato emerge dalla lettura della relazione sul rendiconto generale dello Stato 2024 presentata oggi, 26 giugno, nella sede centrale della Corte dei conti.

Va notato però “che la raccolta lorda è salita di ulteriori 10 miliardi rispetto al 2023, fino a raggiungere quota 157,4 miliardi (così come le vincite sono cresciute di 8,8 miliardi circa, raggiungendo quota 135,9 miliardi); l’incidenza del prelievo erariale è quindi scesa al 7,3 percento della raccolta lorda, contro il 7,9 dell’anno precedente”, recita la relazione.

Le entrate da giochi “si sono mantenute sullo stesso valore dell’anno precedente (11,6 miliardi) a fronte di un considerevole aumento (poco meno di dieci miliardi) della raccolta lorda che ha superato i 157 miliardi, con un prelievo erariale che si è ridotto al 7,3 percento.

Tra le diverse categorie di giochi, sono gli apparecchi a contribuire in maniera più rilevante alle entrate erariali: da soli, infatti, concorrono per il 50 percento, mentre risulta decisamente più contenuto (7 percento) il contributo alle entrate dei giochi di abilità a distanza. Positivo, in relazione alla raccolta, il contributo delle lotterie, le quali concorrono alle entrate totali del settore per il 17 percento”.

Per quanto riguarda l’attività di controllo nel settore dei giochi, “si registra una crescita costante delle inibizioni dei siti web non autorizzati a partire dal periodo post-pandemia: dai 266 siti inibiti nel 2020 si è passati a 721 nel 2024, a conferma di un fenomeno in forte crescita e in continuo mutamento”.

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