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'Giochi legali: regole e dazi certi e sostenibili': settore a confronto a Napoli

19 giugno 2025 - 12:06

Gli interventi del convegno 'Giochi legali: regole e dazi certi e sostenibili' organizzato da Agsi a Napoli, in cui gli operatori chiedono più tutele per il settore e chiarezza nelle norme.

Scritto da Redazione
Pasquale Chiacchio, presidente di Agsi - Associazione gestori scommesse Italia

Pasquale Chiacchio, presidente di Agsi - Associazione gestori scommesse Italia

“Da tempo il nostro settore è sotto attacco mediatico, ma le istituzioni che dovrebbero tutelarci non intervengono, anche se noi rispettiamo le regole che lo Stato ci impone. Abbiamo chiesto un contraddittorio con gli organi competenti, ma invano. Un settore che produce 12 miliardi per le casse dello Stato e dà lavoro a 150mila famiglie non deve essere messo al margine”.

A dirlo è Pasquale Chiacchio, presidente di Agsi - Associazione gestori scommesse Italia, nel corso del convegno “Giochi legali: regole e dazi certi e sostenibili”, in agenda oggi, 19 giugno, a Napoli.

Secondo quanto si legge sul sito Agimeg, Chiacchio nel suo intervento è tornato anche sul divieto di pubblicità al gioco introdotto dal decreto Dignità nel 2018, chiedendo chiarezza e regole certe per il comparto: “Non si fa altro che attaccare sempre le imprese del settore. Esiste un decreto Dignità, si spiegava che si potevano pubblicizzare i servizi ma non il lavoro compiuto nello specifico. Abbiamo bisogno di regole certe, non di perderci nelle interpretazioni. La grande domanda è: cosa può fare un imprenditore del settore senza doversi vergognare?”.

Parlando del riordino del gioco fisico, il presidente di Agsi ripropone la legge regionale della Campania come modello, suggerendo al Governo di trarne ispirazione, come già auspicato in altre occasioni, e inoltre rimarca: “Ci sono prelievi troppo esosi su slot e ippica. Sulle slot c’è un prelievo del 35 percento, di questa cifra il 25 percento va allo Stato. Noi invece vogliamo una restituzione maggiore alla clientela affinché sia anche più tutelata”. 

Poi, sulle discriminazioni bancarie nei confronti degli operatori di gioco, Chiacchio assicura che la raccolta firme lanciata ad Enada lo scorso febbraio è “ancora in corso”.

Fra i relatori del convegno c'è anche l'avvocato Stefano Sbordoni, che auspica un “intervento a livello nazionale” ed anche “europeo, così da evitare anche il discrimine del sistema bancario”. Per poi manifestare un altro desidero “che l'Agenzia dogane e monopoli diventi un’autorità indipendente”.

Il presidente della delegazione Campania di Sapar, Girolamo Ginetti, sottolinea l'importanza di “ non penalizzare le attività legali”, che presidiano il territorio per conto dello Stato, rimarcando come “le limitazioni al gioco fisico contribuiscano solo alla chiusura di esercizi”. E quanto la tassazione attuale del comparto sia “insostenibile”.

Inoltre, si segnala l'intervento del capogruppo della Lega al consiglio regionale della Campania, Severino Nappi, che dichiara: “Il contrasto alla ludopatia non può essere teorico. Il sistema se è composto da imprese sane ha in sé gli anticorpi per combattere la malattia. Il rigore con cui si guarda al settore del gioco stride con l’indifferenza rivolta ad altri settori, che invece magari non operano in modo così trasparente. Una buona regola che darebbe una percezione differente sarebbe destinare queste risorse alla salute dei cittadini, visto che viviamo un momento di carenza nel settore sanitario”.

Il rettore dell’Università Auge, Giuseppe Catapano, dal canto suo si augura che “si trovi il punto d’incontro con gli istituti bancari” ed evidenzia: “Le banche non possono vietare operazioni finanziarie, perché il limite è rappresentato solo da questioni etiche, ma non può avere pregiudizi sull’attività.  Serve chiarezza nell’applicazione della norma e un accompagnamento informativo. Il dramma è che la banca è incapace di gestire il settore, non è un divieto bancario. Le banche si devono munire di un sistema adeguato di gestione dei dati che oggi non hanno. In Spagna questo non accade, perché il gioco è regolamentato da 50 anni mentre da noi è più recente. Le banche si nascondono dietro il codice etico, vietando crescita alla categoria senza poterla effettivamente vietare”.

Mario Minopoli, presidente nazionale del Ciga – Comitato ippico guidatori e allenatori, punta i riflettori sulla crisi dell'ippica e il suo possibile rilancio attraverso la riforma delle scommesse collegate ad essa: “Sono qui per chiedere allo Stato e al Governo di cambiare le cose perché siamo quasi a un punto di non ritorno. Ci sono riforme chiuse nel cassetto da vent’anni e il settore non viene rilanciato. Parlo a nome di tutta l’ippica, non se ne può più. La scommessa ippica deve avere un risvolto diverso, non è giusto che venga pubblicizzata sempre negativamente. L’ippica ha tanti lati positivi”.

Pasquale De Lucia, già direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli per la Campania, torna sull'efficacia della normativa regionale e sull'importanza del riordino nazionale del gioco, evidenziando le norme sulla “tutela dei minori e le patologie legate al gioco d’azzardo. Viene promosso il gioco responsabile proteggendo i giocatori più vulnerabili con l’autoesclusione e l’autolimitazione. Vorrei evidenziare che esiste una carta dei servizi per il gioco a distanza promossa dall’Adm. È previsto uno sportello d’ascolto per i giocatori. Sulla scia della normativa regionale, è intervenuto anche lo Stato che assicura regole certe e sostenibili”

 

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