Kessler (Acadi): ‘Rendere il gioco sicuro per gli utenti’
Giovanni Kessler (Acadi) durante l’evento ‘Confronto aperto – Il futuro del gioco legale’ organizzato da Egp-Fipe sottolinea l’importanza di tutelare gli utenti.
Scritto da Cc
“I concessionari soffrono del gioco illegale, è quello possiamo dire sul gioco fisico dove si sono esercitati controlli, distanze e limitazioni perché è il comparto più visibile. Si è agito con queste limitazioni anche quantitative considerando il gioco alla stregua di un male necessario da limitare. Abbiamo visto però che questo tipo di approccio non funziona e bisogna trovare una strategia alternativa.”
Ad affermarlo è Giovanni Kessler, magistrato, già direttore Ufficio Antifrode Ue ed Adm, consigliere tecnico Acadi durante l’incontro “Confronto aperto – Il futuro del gioco legale con regole condivise”, organizzato da Egp Fipe oggi, 25 giugno, a Milano.
Kessler aggiunge che l’approccio non ha funzionato e le ricerche scientifiche ci dicono che “l’utente patologico non gioca a mezzogiorno ma lo fa in altre ore e spesso si sposta in altri comuni senza limitazioni. La politica che si è fatta sulle macchine non limita il gioco patologico, cosa che si può si può fare grazie alla tecnologia da applicare alle macchine. In questo modo di può rendere il gioco negli apparecchi sicuro per il giocatore che viene prima di tutto soprattutto se si parla di minori”.
Entrando nel dettaglio la tecnologia consente “il riconoscimento dell’età che diventa automatico e istantaneo nelle macchine da gioco e se l’età viene ritenuta inferiore ai 18 la macchina non ti permette di giocare. Ci sono tecnologie che consentono di implementare un limite e che ci permettono di riconoscere automaticamente il gioco compulsivo e possono prevenirlo intervenendo sul giocatore con messaggi, rallentamento del gioco, allertamenti del personale di sala in modo che l’utente viene fermato nel suo gioco compulsivo. Il gioco sano e responsabile oggi è possibile proprio grazie alla tecnologia ed è possibile fare un capovolgimento passando da questi limiti esterni ai limiti intrinsechi imposti dalla macchina stessa”.
In un secondo giro di interventi Kessler aggiunge: “Bisogna sapere che quando si interviene su un gioco i riflessi arrivano su tutto l’ambiente perché i giocatori si spostano da un gioco a un altro anche in base ai cambiamenti. Il gioco sulle macchine è stato sempre quello più visibile e più regolamentato anche perché il più diffuso sul territorio. La tecnologia consente di trasformarlo in un gioco che non genera più dipendenze perché può riconoscerlo quando diventa compulsivo attraverso algoritmi specifici. Quando si supera un orario viene riconosciuto come gioco compulsivo e può essere prevenuto intervenendo sul giocatore stesso, sulla macchina e sugli operatori. Inoltre una macchina con l’intelligenza artificiale che sa riconoscere anche sulla base di parametri complessi può prevenire il gioco patologico. L’industria è disposta a fare questo passo ma richiede l’intervento del legislatore”.
Inoltre, conclude Kessler se il gioco “non crea dipendenza perché viene riconosciuta, non si devono mettere limiti, non si possono trattare nello stesso modo i giochi che prevengono la dipendenza e giochi come il gratta e vinci che non hanno questo tipo di limite né di distanze”.