Roma - "L’obiettivo comune per chi cura e per chi fa attività di intrattenimento è il giocatore sano, ed è fondamentale un invito al gioco responsabile e ricreativo."
Lo afferma Antonietta Grandinetti, direttrice del dipartimento dipendenze dell'Asl di Salerno, partecipando alla presentazione di New Codere Training, la nuova piattaforma per la formazione online del concessionario Codere rivolta agli operatori di gioco legale collegati alla rete Codere Network, tenutasi oggi, 18 giugno, a Roma.
"La nostra mission", spiega Grandinetti, "è la prevenzione, non solo la cura e riabilitazione: il Sistema sanitario nazionale svolge un’attività di promozione verso uno stile di vita sano. Per questo abbiamo svolto un’attività di formazione agli operatori in presenza nella sede della Asl, all’interno di quella che è la casa della cura, oltre ad aver previsto per una serie di giorni una postazione all’interno delle sale del gruppo Codere nel territorio".
Aggiunge dunque che "il disturbo da gioco d’azzardo è entrato nel diritto alla cura voluto nel decreto Balduzzi ed è fondamentale capire che i motivi da cui scaturisce una dipendenza sono diversi, ma si parte sempre da una vulnerabilità individuale. Noi clinici distinguiamo due tipologie di dipendenza: una endemica, che si avvicina a una modalità disfunzionale che fa parte del background delle persone, e un’altra di secondo livello che definiamo di 'auto medicamento' che appartiene alle persone solo con problemi relazionali."
"Nel momento in cui si parla di disturbo da gioco", continua Grandinetti, "per noi clinici, che ci siano soldi o meno, il concetto di dipendenza non cambia perché la modalità di gioco non riguarda solo l’aspetto economico", e spiega che "quello che ci fa capire che l’individuo si trova in una situazione a rischio sono due fattori: il craving (desiderio) e la compulsione. Il craving è il desiderio di mettere in atto un bisogno molto forte, come quello del gioco, e se la persona non ha una dipendenza lo posticipa a un altro momento. Craving e compulsione insieme ci indicano invece un rischio alto di una dipendenza patologica che implica il non riuscire a differire da quel bisogno. Questi due indicatori insieme sono un segnale inequivocabile che indica la necessità di un intervento".
Chiude quindi, la direttrice del dipartimento dipendenze dell'Asl di Salerno, chiarendo: "L’obiettivo della nostra postazione è il 'non negarsi'; quando si ha una dipendenza di gioco ci sono vari step, c’è una prima fase in cui percepiamo un senso di benessere e si pensa di non aver bisogno di aiuto, poi c’è una seconda farse in cui si pensa di aver potuto esagerare, poi c’è la fase della contemplazione dove si comprende che la cosa è sfuggita di mano.”
L'INTERVENTO DEL MOIGE - Tra gli interventi alla presentazione odierna del nuovo percorso formativo di Codere anche Antonio Affinita, direttore generale del Moige, che saluta con piacere il fatto che "ci sia un’attenzione sulla tematica, ricordando che i minori non devono giocare, senza se e ma. Il proibizionismo è un discorso, ma proibire il gioco e altre cose ai minori è fondamentale, fermo restando che un adulto può fare ciò che desidera".
E nello specifico, riferendosi a New Codere Training aggiunge: "Ci fa piacere che nella vostra realtà ci sia attenzione anche alla formazione degli operatori, e che sia centrale il tema del divieto di accesso al gioco ai minori. La problematica non è solo legale, ma anche etica, morale, valoriale e pedagogica. Da uno studio che abbiamo svolto abbiamo capito che i giovani hanno alcune predilezioni, al primo posto per esempio c’è il gratta e vinci, poi ci sono le scommesse e il nostro obiettivo è quello di azzerare la loro partecipazione. Lavoreremo sempre su questi punti e continueremo a dare il nostro supporto per dare forza a questo obiettivo."