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Chiodi (Masaf): 'Galoppo e trotto, nuovi regolamenti entro l'anno'

28 maggio 2025 - 16:20

In audizione alla commissione parlamentare sui crimini agroalimentari, Remo Chiodi (Direzione ippica) parla del processo di concertazione e condivisione che porterà all'aggiornamento di tutti i regolamenti.

Scritto da Daniele Duso
Remo Chiodi - Audizione presso commissione parlamentare reati agroalimentari

Remo Chiodi - Audizione presso commissione parlamentare reati agroalimentari

"I regolamenti, tanto per le corse al trotto quanto per le corse al galoppo, che tutti gli altri, sono effettivamente un po' datati. C'è tanto lavoro da fare, ma alcuni gli obiettivi, come la classificazione degli ippodromi sono stati già raggiunti, così come l'aggiornamento dei sistemi dei criteri per la remunerazione delle società di corsa, ai fini dell'organizzazione delle corse stesse. Entro l'anno contiamo di aggiornare tutti i regolamenti, per i quali abbiamo già avviato un processo di concertazione e condivisione con le associazioni di categoria e con gli operatori del settore."

Così Remo Chiodi, direttore generale per l’ippica presso il ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, in audizione di fronte alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, nella mattinata di oggi, 28 maggio.

Rispondendo alle domande dei commissari, Chiodi spiega che "siamo in grado di dire che attualmente sono in vita circa 180mila cavalli galoppatori e trottatori, di una parte dei quali disponiamo di tutti i dati relativi alla genealogia e al microchip, mentre per quelli più anziani, a di età superiore ai 30 anni, ad oggi non è attivo un sistema di verifica automatizzata. Tuttavia già da un paio di anni a questa parte c'è uno sforzo notevole di digitalizzazione, che deve ancora essere implementato, che afferisce a tutte le aree di competenza."

"Un altro tema è anche legato alla tempestività dei pagamenti dei premi al traguardo, ossia di quello che comporta il sostentamento di una filiera che trova nell'aiuto pubblico la maggior risorsa per continuare a operare. Anche in questo campo è in atto un processo di miglioramento tramite la digitalizzazione di tutti i processi di pagamento e di liquidazione dei premi al traguardo."

Quanto all'attività di Unire-Lab, con la quale la Direzione generale dell'ippica ha una convenzione in essere, Chiodi spiega che "c'è stato effettivamente un problema di notevole entità nel mese di aprile, che ha costretto la società a interrompere l'analisi dei campioni comunicando tempestivamente a noi l'accaduto. Si è così ritenuto di inviare i campioni, senza ulteriori costi ad altri laboratori accreditati a livello europeo, nel caso specifico il laboratorio di Parigi, dove attualmente si stanno eseguendo le analisi. Questo era necessario per evitare il deterioramento dei campioni. Il ripristino dei laboratori di Settimo Milanese comunque  è già avvenuto nei giorni scorsi."

Accoglie quindi Chiodi, in chiusura di audizione, la proposta del presidente della commissione di farsi da tramite per far intervenire la politica  per una implementazione legislativa laddove sia necessario, come ad esempio per quanto riguarda il microchip che attualmente non è georeferenziato.

Presente con Chiodi in audizione anche Barbara Catizzone, responsabile della Programmazione e organizzazione corse ippiche e manifestazioni sella per il Masaf, la quale spiega: "Il nostro quadro normativo è legato solamente ai regolamenti del trotto e del galoppo, e ci atteniamo dunque solo a questi due regolamenti. Il primo discrimine sulle istanze di affidamento dei cavalli è un accertamento sui carichi pendenti, sulla situazione economica e il titolo di studio, dopodiché si procede al rilascio delle abilitazioni."

Aggiunge che "si parte da delle autocertificazioni, e in caso di discrepanze rilevate nei successi di controlli si avvia il procedimento che può concludersi con la decadenza dell'assegnazione, pubblicata anche sul sito istituzionale del Masaf. Si può procedere anche con dei controlli mirati sulla base di segnalazioni dei giudici presenti negli ippodromi. Proprio il mese scorso siamo venuti a conoscenza da una procura del caso di una titolare di colori condannata per macellazione clandestina, e in tal caso abbiamo immediatamente ritirato le abilitazioni."

Dopo Catizzone interviene anche Germano Di Corinto, dirigente veterinario dell'Ufficio Dipp III della Direzione generale per l'ippica, spiegando che "quando un cavallo nasce l'allevatore fa istanza di iscrizione, autonomamente. Dopo la nascita noi diamo l'ok per l'applicazione del microchip al puledro (da parte di uno dei 60 veterinari incaricati dal ministero), quindi sicuramente siamo a conoscenza della madre e del puledro. Dal microchip si vede dove è nato il cavallo e la genealogia, utile anche in caso di intervento delle forze dell'ordine che possono recuperare le informazioni tramite QR code. Alle forze di polizia, che intervengono in particolare in caso di corse clandestine, mettiamo a disposizione anche il nostro database dei Dna di tutti i cavalli, avviato dal 2004. La nostra tracciabilità è possibile solo la prima volta, non nei vari passaggi di proprietà. Una delle problematiche è legata ai decessi, che non ci vengono comunicati. Questo dà origine a cavalli che restano in vita grazie al microchip impiantato in un altro, ma a questo possiamo dare soluzione con i controlli incrociati con il Dna”. 

Corinto sottolinea: “Se in caso di decesso possiamo fare poco, una cosa che invece viene segnalata subito è il furto. In questa maniera riusciamo a far sì che tutti i sistemi abbiano il blocco di questo cavallo. 
Abbiamo un contenitore (una banca dati) che si chiama Sian (Sistema agricolo nazionale) all'interno del quale c'è l'Unire, la banca dati dove operiamo sia noi che i nostri operatori. Non è un pubblico registro.

Relativamente ai controlli antidoping (fatti a sorpresa, con decreti secretati), devo dire che l'Italia è uno dei pochi Paesi al mondo che fa tantissima prevenzione, con circa 13.000 prelievi antidoping (sangue e urine, sia pre-corsa che post corsa) all'anno a fronte di circa 1.200 giornate di corse. In corsa non siamo un Paese di dopatori: ci sono stati solo 53 positivi lo scorso anno su 13mila controlli. 
Diverso il caso dell'allenamento, dove abbiamo alzato il tiro, dove i casi di doping sono dieci volte più alti che non in corsa."

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