Ippica: furto di rame a Unirelab (Masaf), sospesi i controlli programmati
L'organizzazione di volontariato Horse angels chiede lumi al Masaf sul blocco delle attività di Unirelab, il laboratorio centrale per l’identificazione genetica e i controlli nell'ippica.
Scritto da redazione
© Unirelab - Sito ufficiale
“Unirelab, il laboratorio centrale del ministero dell'Agricoltura per l’identificazione genetica e i controlli nel settore ippico italiano, è paralizzato da oltre un mese. Il furto di rame avvenuto nelle notti del 14 e 16 aprile ha causato il blocco totale dell’alimentazione elettrica. I macchinari sono intatti, ma inservibili. Nessun gruppo elettrogeno d’emergenza era stato previsto.”
Lo rende noto l'organizzazione di volontariato Horse angels con un comunicato stampa.
“Il Masaf ha confermato la gravità della situazione sospendendo ufficialmente, con nota del 18 aprile (firmata dal direttore dell'Ufficio Dipp III - Gestione dei libri genealogici delle razze equine, attività di prevenzione e contrasto al doping e di tutela del benessere del cavallo, Germano Di Corinto, Ndr), le attività identificative della Campagna controlli programmati (Ccp) 2025. Si parla ora di campioni inviati all’estero (Francia) e di prelievi straordinari come soluzione temporanea, ma senza una comunicazione chiara e tempestiva da parte delle autorità competenti”, recita ancora la nota.
Roberta Ravello, presidente di Horse angels, non usa mezzi termini: “La continuità operativa di un laboratorio strategico non può essere lasciata al caso. Oggi ci troviamo con un intero sistema sotto scacco, senza garanzie di tracciabilità e trasparenza, con ricadute gravissime sulla credibilità dei controlli zootecnici e sulla tutela degli animali”.
La nota dell'organizzazione di volontariato quindi prosegue così: “Unirelab è un presidio pubblico, finanziato con risorse statali, che dovrebbe garantire la certezza dei dati genetici, la lotta alle frodi, la trasparenza nelle genealogie, e il supporto alle indagini sul maltrattamento animale per il doping. La sua inattività mina la fiducia nel sistema e solleva interrogativi inquietanti:Chi doveva garantire la sicurezza fisica e operativa del laboratorio? Perché non esisteva un piano di emergenza con gruppi elettrogeni? Chi ha autorizzato l’invio dei campioni all’estero? Come si tutela la catena di custodia, la qualità dei dati e la sicurezza delle informazioni? Perché il tutto si è svolto nel silenzio, senza trasparenza?
Chiediamo al Masaf, e agli enti preposti, di fare piena luce sulla vicenda, di individuare le responsabilità e di mettere in campo, con urgenza, un piano straordinario per garantire la ripresa delle attività in Italia, la sicurezza della struttura, e il rispetto delle norme sulla tracciabilità.
Il settore ippico, i cittadini e gli animali coinvolti meritano risposte, non silenzi”.