Questa settimana il consiglio comunale di Perugia ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno “Gioco d’azzardo e patologie correlate: azioni di verifica, sensibilizzazione pubblica, utilizzo di strumenti dedicati al controllo e alla prevenzione, e adesione alla campagna nazionale. Mettiamoci in gioco”, impegnando l'amministrazione a mettere un campo nuove azioni per il contrasto al gioco patologico, a valutare il ritocco dei limiti orari vigenti per le attività e a sostenere il riordino nazionale del settore.
A presentare l'ordine del giorno in questione i consiglieri Marco Hromis (Partito democratico), Laura Tanci (Perugia civica) e Federico De Salvo (Anima Perugia).
Ecco le nostre interviste al primo firmatario, Marco Hromis, e all'assessora alle Politiche sociali del Comune di Perugia, Costanza Spera, parte di uno speciale sulla questione territoriale del gioco pubblico (pubblicato integralmente sulla rivista Gioco News, consultabile online a questo link), comprensivo di due focus sulla Provincia di Trento e il Comune di Firenze.
HROMIS (PD): “METTERE IN CAMPO TUTTI GLI STRUMENTI DISPONIBILI” - Cominciamo dal consigliere del Partito democratico, che in questi anni ha presentato al consiglio comunale di Perugia vari atti e interrogazioni in materia di gioco.
“Sto portando periodicamente all'attenzione del consiglio comunale di Perugia atti, interrogazioni e punti all'ordine del giorno per sensibilizzare l'amministrazione su quelli che sono gli effetti, che personalmente considero nefasti, che le dipendenze da gioco d'azzardo producono nella popolazione. Interventi non solo finalizzati a creare una coscienza e una consapevolezza sul tema, ma volti a produrre pure un impegno fattivo e concreto nel far rispettare la normativa vigente, nell'incentivare la dismissione di slot machine, nel finanziare campagne di sensibilizzazione che informino la cittadinanza sui rischi legati al gioco d'azzardo (soprattutto per le fasce giovani e anziane della popolazione) e verifichino che all'interno di ogni luogo fisico in cui si scommette e si gioca, ci sia un rispetto delle regole in essere.
Chiedo altresì che i dati sul gioco d'azzardo, e i conseguenti dati sulle patologie ad esso collegate, nel modo più dettagliato possibile vengano resi pubblici, fruibili in tempi rapidi e consultabili. L'obiettivo è quello di mettere in campo ogni possibile strumento a disposizione dell'amministrazione per coadiuvare Asl, fondazioni, associazioni e soggetti di varia natura giuridica, impegnati a prevenire e curare l'ampio spettro di disturbi patologici legati al gioco d'azzardo. Intervenire infine sul regolamento comunale prendendo ad esempio realtà cittadine virtuose che, incidendo su orari di apertura e chiusura, e 'spazi liberi dal gioco' hanno arginato la piaga sociale della ludopatia e della dipendenza da gioco d'azzardo che miete vittime ogni giorno e in maniera sempre più diffusa e trasversale.”
Come forse saprà, da tempo è in discussione il riordino nazionale del gioco fisico (che, per la cronaca, ormai non vedrà la luce prima del 2026), per dare regole uniformi in tutta Italia ed evitare la disparità di norme fra un comune e l'altro e fra una regione e l'altra. Lei è favorevole al varo di una legge nazionale che superi quelle locali?
“Sono a conoscenza della discussione sul riordino del comparto nazionale del gioco, è una discussione che si protrae da anni e che sembra non vedere mai luce perché, secondo evidenza oggettiva, è tema delicato che influisce sul gettito erariale e sugli interessi economici di molti. Sono assolutamente favorevole al varo di una legge nazionale, a patto che sia molto più 'stringente' dell'attuale che, stando ad altrettante evidenze oggettive, non è stata in grado di arginare la piaga sociale della ludopatia e della dipendenza da gioco d'azzardo. Le mie personali aspettative sono basse, sostanziate dalla presa d'atto che proprio nell'ultima tornata di legge finanziaria non solo non si sono fatti passi in avanti ma si sia fermata l'attività dell'Osservatorio nazionale sul gioco; fatto che ritengo gravissimo e che imputo ad una colpevole volontà di depotenziare i pochi strumenti presenti. Ritengo altresì che questo riordino vada fatto coinvolgendo al tavolo tutte le autorità competenti in materia, come ad esempio le Asl, Anci e gli enti locali, solo per citarne alcuni, provando ad osare maggiormente beneficiando perché no, anche dell'utilizzo della moderna tecnologia per normare e controllare l'accesso al gioco, non guardando ad esempio solo all'età ma anche alla disponibilità economica del giocatori”.
Inoltre, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome si è espressa ufficialmente a favore della compartecipazione degli enti territoriali al gettito fiscale derivante dal gioco, da destinare alla sanità e al sociale. Cosa ne pensa?
“Partiamo da una considerazione che già rappresenta una risposta: buonissima parte dei soldi 'guadagnati dallo Stato' grazie al gioco d'azzardo, sono spesi per curare le persone vittime del gioco d'azzardo. Un paradosso.
Detto ciò, la proposta di compartecipazione potrebbe essere fattore virtuoso di redistribuzione sul territorio di fondi che poi, lo stesso territorio è richiamato ad investire nella spesa sociale e sanitaria; una sorta di compensazione del danno, ma sempre di danno parliamo. Questa proposta può anche sensibilizzare maggiormente le amministrazioni locali al controllo e alla responsabilità diretta. Ma ci sono anche rischi e opacità: un conflitto di interesse dovuto al fatto che se comincio a ricavare fondi aggiuntivi dal flusso del gioco, avrò meno interesse a limitarne il fenomeno. Inoltre si potrebbe creare una disomogeneità territoriale e una logica regressiva di autofinanziamento dei propri servizi 'sulle spalle dei più fragili' e un finanziamento di spese, penso a quelle legate alla sanità, che dipende da flussi di finanziamento che per definizione sarebbero incerte e irregolari nel tempo. Dunque, bene provare a capire se si può ma con criteri rigorosi, trasparenza e vincoli chiarissimi ex ante.”
SPERA (COMUNE PERUGIA): “ECCO LE AZIONI GIÀ IN ATTO” - Sul tema interviene anche l'assessora alle Politiche sociali del Comune di Perugia, Costanza Spera, che parte dalla limitazione degli orari di apertura delle sale da gioco: “La proposta di anticipare la chiusura alle ore 20 nasce dalla volontà di ridurre l’esposizione prolungata ai dispositivi di gioco, soprattutto nelle fasce serali in cui possono acuirsi comportamenti compulsivi. È una misura che va valutata tenendo in considerazione l’impatto sociale che può avere sulla cittadinanza. Sul fronte dei luoghi sensibili, visto il repentino e costante mutamento delle condizioni sociali delle nostre città, il Comune è aperto a un aggiornamento fondato su dati oggettivi e valutazioni condivise delle aree tutelate, al fine di estendere il proprio monitoraggio e, per quanto previsto dalla legge, la limitazione dei luoghi dove si verificano tendenze di gioco compulsive e lesive per singoli e comunità.”
In materia di prevenzione e cura del gioco patologico, Spera ricorda che “nel 2020, la Zona Sociale 2 ha adottato un Piano attuativo locale (attualmente in fase di aggiornamento) che definisce interventi integrati con i servizi socio-sanitari del territorio. Nel 2022 è stato istituito un tavolo interistituzionale, stabile e multidisciplinare, con l’obiettivo di coordinare le azioni di prevenzione, cura e inclusione sociale rivolte ai cittadini. Tra le azioni attualmente in corso, segnalo il progetto 'Scommetto su di me', realizzato con l’associazione Arcat, e un lavoro attivo per coinvolgere stabilmente realtà associative e soggetti del Terzo Settore nella programmazione e realizzazione degli interventi, attraverso accordi di collaborazione in fase di definizione. Il nuovo Piano attuativo permetterà di dare piena attuazione alle risorse a disposizione, che non sono state adeguatamente impegnate negli ultimi anni, e di pianificare azioni concrete e misurabili.
La nuova programmazione prevede un ampio ventaglio di azioni articolate su due ambiti principali: da un lato la promozione e prevenzione, dall’altro l’inclusione sociale. In particolare, si punta a realizzare incontri formativi e informativi rivolti a educatori, operatori sociali e associazioni del territorio, per aumentare la consapevolezza sulle dipendenze comportamentali, incluso il gioco d’azzardo. Verranno inoltre promossi laboratori creativi, spettacoli teatrali e interventi nei luoghi di aggregazione giovanile, con l’obiettivo di intercettare precocemente situazioni a rischio e valorizzare il protagonismo dei ragazzi.
Per quanto riguarda l’inclusione sociale, sono previsti interventi di sostegno socio-economico, soprattutto nell’ambito dell’abitare e dell’autonomia, e percorsi personalizzati di accompagnamento al reinserimento sociale per le persone già in carico ai servizi specialistici, con il supporto di operatori esperti e case manager.
Sul piano delle risorse, il Comune ha attualmente a disposizione circa 247mila euro erogati dalla Regione per il triennio 2017–2019, di cui 96mila euro sono stati finora impegnati. Restano circa 300mila euro complessivi (in parte già trasferiti e in parte non ancora erogati) che l’Amministrazione intende utilizzare pienamente con l’approvazione del nuovo Piano attuativo e dei piani che verranno approvati nelle annualità successive in continuità con la attuale programmazione”.
Per il riordino nazionale, Spera auspica “un quadro regolatorio uniforme e coerente su tutto il territorio italiano. Il decentramento normativo ha prodotto, negli anni, situazioni molto diverse tra regioni e comuni, generando confusione e difficoltà applicative, divisioni e disuguaglianze, in vari settori. Una legge nazionale può rappresentare una buona base, a patto che rispetti le peculiarità locali e lasci spazi di autonomia per le politiche di prevenzione e tutela della salute pubblica”.