De-risking: compro oro esclusi dal circuito bancario come il gioco
Un dossier del Servizio studi della Camera ricorda la penalizzazione del settore dei compro oro, analoga a quella del comparto del gioco, a causa delle pratiche di de-risking bancario.
Scritto da Dd
Le pratiche di de-risking bancario penalizzano i compro oro, una penalizzazione analoga a quella subita dal settore del gioco.
A sottolinearlo, pur senza citare il mondo del gioco, è l'ultimo dossier pubblicato dal Servizio Studi di Camera e Senato relativo al testo unificato delle proposte di legge A.C. 1091 e A.C. 1240, predisposto nel corso dell'esame, in sede referente, sul tema dell'Obbligo di contrarre e recesso della banca nei rapporti di conto corrente.
Il dossier riporta in sistesi quanto depositato dall'Associazione nazionale tutela il comparto oro (Antico) in seguito alla sua audizione presso la commissione Finanze alla Camera. Nell'occasione è stata evidenziata "la difficoltà in particolare per gli operatori di compravendita di oggetti preziosi usati, i cosiddetti 'compro oro', di accedere al circuito bancario, posto che in diversi casi tali soggetti si vedono negare l'apertura o subiscono la chiusura unilaterale di conti correnti, anche se attivi e senza motivazioni formali."
In particolare l'associazione sottolinea come "le pratiche di de-risking, l'esclusione sistematica di una categoria di operatori economici per il rischio maggiore di riciclaggio, penalizzino il settore (allo stesso modo di quello del gioco pubblico, Ndr), nonostante l'articolo 16, comma 2-bis, del decreto legislativo n. 231 del 2007, introdotto nel 2023, richieda ai soggetti obbligati procedure di mitigazione del rischio che non escludano, in maniera preventiva e generalizzata, determinati soggetti esclusivamente a causa della potenziale elevata esposizione al rischio di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo."