Quando si parla di gioco legale non bisogna dimenticare il ruolo svolto dagli enti di certificazione accreditati dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli, essenziali per verificare il rispetto delle normative e degli standard di sicurezza, equità e trasparenza previsti dalla legge, e quindi per assicurare la protezione dei giocatori, e anche delle imprese.
Fra quelli presenti nell'apposito elenco ufficiale pubblicato sul sito dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli c'è Bmm Testlabs, uno dei laboratori di certificazione di prodotti per il gaming leader al mondo.
A raccontarci quali sono i servizi che offre e qual è il suo approccio è Marzia Turrini, president iGaming & Cybersecurity.
Nel 2017, Bmm Testlabs e i Monopoli di Stato hanno firmato una convenzione per il mercato dei giochi italiano. Può tracciare, per sommi capi, un bilancio di questi anni, evidenziando gli standard della sua azienda?
“Dalla firma della convenzione con Adm nel 2017, BmmTestlabs ha contribuito attivamente allo sviluppo di un ecosistema di gioco sicuro e conforme in Italia. Questi anni di collaborazione hanno permesso di consolidare processi di valutazione tecnica rigorosi, allineati alla normativa nazionale e alle migliori pratiche internazionali. Il fatto di avere uffici in Italia ci ha consentito di osservare da vicino l’evoluzione e i bisogni in continuo cambiamento del mercato locale, contribuendo in modo significativo grazie al nostro altamente qualificato team italiano.
Bmm unisce esperienza globale, conoscenza regolatoria e presenza locale, offrendo agli operatori italiani un servizio tecnico affidabile, reattivo e adattato all’evoluzione del mercato. Il nostro approccio si basa sull’indipendenza, la precisione metodologica e l’impegno per il miglioramento continuo: tre pilastri che hanno rafforzato la nostra relazione con le istituzioni e con gli operatori del settore.”
Quanto è importante la certificazione delle piattaforme di gioco per garantire la sicurezza degli utenti, specie al giorno d'oggi, con la crescita dell'online?
“La certificazione rappresenta oggi uno dei principali strumenti a tutela della sicurezza nel gioco online. In un ecosistema digitale sempre più complesso e interconnesso, le piattaforme si trovano ad affrontare una crescente varietà di minacce: dalle vulnerabilità nei software applicativi e nei moduli Rng (Random number generator, ovvero un algoritmo capace di produrre numeri casuali in sequenza, Ndr), fino agli attacchi mirati alle infrastrutture di rete e ai database contenenti dati sensibili. In questo scenario, la certificazione assume un ruolo essenziale per identificare e mitigare rischi prima che questi possano concretamente compromettere la sicurezza dell’utente o l’integrità del sistema.
Oltre alla conformità funzionale – ad esempio, la verifica dell’imprevedibilità e imparzialità della generazione casuale dei risultati – la certificazione include rigorosi controlli su aspetti di information security e cybersecurity. I test tecnici comprendono, tra l’altro, la valutazione delle misure di protezione contro attacchi informatici, intrusioni, malware, e accessi non autorizzati attraverso test orientati alla ricerca di vulnerabilità e test di penetrazione. Questo è cruciale per garantire che dati altamente sensibili, come le credenziali personali e le informazioni finanziarie degli utenti, siano gestiti in ambienti sicuri e resilienti.
Vengono inoltre analizzati i meccanismi di autoprotezione dell’utente, come l’autoesclusione e i limiti di gioco responsabile, così come la resistenza del sistema a eventuali tentativi di manipolazione interna o esterna.
In un contesto in cui la fiducia dei giocatori dipende anche dalla robustezza delle difese digitali, adottare standard certificativi aggiornati e rigorosi non è più solo una buona pratica, ma una vera e propria esigenza strategica. La certificazione, quindi, va ben oltre il mero adempimento normativo: rappresenta un pilastro per rafforzare la sicurezza del gioco online, tutelare i consumatori e sostenere un modello di crescita basato su trasparenza, responsabilità e resilienza tecnologica.”