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Poker e Fisco in Germania: ecco i parametri per definire un pro e perché è un’attività commerciale

25 luglio 2025 - 16:59

Con una sentenza su un caso del 2008 di un poker player il Tribunale tributario federale tedesco, il Bhf, ha analizzato a fondo la situazione lavorativa e fiscale del ricorrente respingendo il provvedimento e fissando una serie di paletti non per forza negativi.

Scritto da Ca
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Il tribunale tributario federale tedesco, Bhf ha esteso alla variante ‘Pot Limit Omaha’ l’imposizione discale sul reddito d’impresa per le vincite derivanti da poker online. La decisione del 2 aprile 2025 è incentrata su un caso singolo che la corte ha, alla fine di un lungo procedimento, stabilito fosse un’attività commerciale in tutti i sensi. Al di là della decisione e degli effetti che questa pronuncia avrà sui giocatori di poker tedeschi, fa riflettere la lunga e attenta analisi del caso da parte dei giudici teutonici. Il caso è stato analizzato e sviscerato con dovizia di particolari a differenza di altre cause (ogni riferimento non è casuale) che hanno richiesto rinvii in vari gradi di giudizio prima di arrivare ad una definizione e all’affermazione dei principi. 

Nel singolo caso di un giocatore tedesco che ha movimentato (non per forza i soldi girati sono per forza vinti, anzi, vanno considerate spese e perdite) centinaia di migliaia di euro, il passaggio da hobby a professione è definito dai numeri e dai dati oggettivi e non dalla percezione personale. 
La Corte federale riconosce l’abilità insita nel poker sia live che online e nell’Hold’em e nelle sue varianti specie nel lungo peridio. . Inoltre fissa anche in 20-25 ore settimanali come limite temporale minimo per definire professionistica l’attività di questo giocatore e di tutti i players. 

Anche l’elemento della “ripetizione” è stato centrale: il giocatore si impegnava in modo sistematico, su più tavoli contemporaneamente, con una gestione simile a quella di una piccola impresa digitale.
Un passaggio chiave della sentenza riguarda la definizione del poker online come attività che partecipa al mercato economico generale. La Corte ha ribadito che, sebbene il fattore fortuna sia presente, soprattutto nel “Pot Limit Omaha”, la componente di abilità e strategia prevale nel lungo periodo. La partecipazione a piattaforme di gioco commerciali, con regole economiche e logiche di concorrenza, rafforza la qualificazione dell’attività come imprenditoriale.

Ecco la situazione del player ricorrente:
 

Anno Risultato delle partite di poker Spese aziendali Vincite Imposta sul reddito Importo di accertamento dell'imposta sulle attività commerciali
2008 €113.717 €22.743 €90.974 €8.324 €2.324
2009 €67.273 €13.455 €80.728 €0 €0
2010 €212.902 €42.580 €170.322 €54.703 €2.275
2011 €688.000 €137.600 €550.400 €0 €18.406
2012 €340.000 €68.000 €408.000 €0 €0
2013 €532.320 €106.464 €425.856 €175.476 €0


Importanti anche le implicazioni in termini di residenza fiscale e stabile organizzazione. Il fatto che il giocatore operasse da casa sua in Germania è stato sufficiente a qualificare quel luogo come sede stabile dell’attività. Un’eventuale permanenza all’estero, anche prolungata, non sarebbe bastata a escludere la tassazione se la residenza formale fosse rimasta la Germania.
Di sicuro il caso rischia di fare giurisprudenza ma, per ora, non è una norma che i tedeschi, già oberati dal Fisco e da una regolamentazione online decisamente poco convenienti, saranno obbligati a rispettare. Ma, ovviamente chi gioca con costanza, metodo e finalità economiche deve essere consapevole che i redditi generati – così come le eventuali perdite – rientrano a pieno titolo nella disciplina fiscale delle attività commerciali.

Interessante questo passaggio sulla definizione di professione: “Nella misura in cui il ricorrente obietta di non aver né risolto un rapporto di lavoro né di aver deciso definitivamente di diventare un giocatore di poker professionista e, inoltre, secondo quanto affermato nei motivi di ricorso, di aver partecipato solo a cinque tornei in presenza in un totale di sei anni e di aver proseguito gli studi a tempo pieno, ciò è irrilevante. La risoluzione di un rapporto di lavoro, che il ricorrente desidera sottolineare a seguito della sentenza della Corte Tributaria Federale del 25 febbraio 2021 - III R 67/18 (BFH/NV 2021, 1070, par. 19), non può essere rilevante se l'interessato non ha un rapporto di lavoro che possa risolvere. In particolare, una persona può essere occupata in modo sostenibile anche se, come il ricorrente, non ha un rapporto di lavoro iniziale e quindi non può risolverlo. Una decisione formale del contribuente di intraprendere attività di poker professionistico – o in altra forma come commerciante – non è necessaria per presupporre la sostenibilità; Piuttosto, l'intenzione di ripetere l'attività e quella di stabilire una fonte di reddito permanente devono essere desunte dalle circostanze esterne, che nel caso di specie indicano chiaramente l'esistenza di sostenibilità. Contrariamente a quanto sostenuto dall'attore, la sostenibilità non deriva principalmente dalla partecipazione a tornei in presenza, bensì dall'elevatissimo numero di partite di poker online a cui l'attore ha partecipato negli anni in questione.”

Questo il passaggio sull’abilità: “…la Corte Tributaria ha valutato i fatti del caso nel senso che le varianti di poker praticate dall'attore non erano puro gioco d'azzardo, ma piuttosto contenevano un mix di elementi di fortuna e abilità. Ciò vale anche per il poker online. Queste affermazioni sono molto concise e il ricorso sottolinea giustamente che la Corte Tributaria fa riferimento solo a una sentenza della Corte Tributaria Federale sul poker da torneo. Ciononostante, alla luce della giurisprudenza emanata nel frattempo dalle corti superiori, la valutazione della Corte Tributaria risulta ineccepibile ai sensi del diritto d'appello.”  E ancora: “…il Senato ha stabilito che anche per un giocatore medio prevalgono gli elementi di abilità. A differenza dei giochi d'azzardo puri, il poker è caratterizzato da una moltitudine di opzioni per i giocatori che possono influenzare significativamente l'esito della partita. Le componenti casuali e di fortuna vengono completamente eliminate nel tempo dall'elevatissimo numero di partite (con una durata media di soli 30 secondi a partita); A lungo termine, il successo nel gioco dipende esclusivamente dalle abilità individuali di ciascun giocatore. Mentre la distribuzione delle carte tra i giocatori è casuale, il gioco è in realtà plasmato dalle decisioni individuali dei giocatori su come reagire a queste carte, in particolare se, quando e quanto puntare.”

E sull’Omaha: “…le possibilità di combinazioni significativamente più diversificate a disposizione di tutti i giocatori aumentano significativamente la complessità del gioco, cosicché la strategia del singolo giocatore è ancora più importante rispetto alla variante "Texas Hold'em". In particolare, la decisione di abbandonare anticipatamente il gioco con una mano negativa per minimizzare il rischio di perdita e massimizzare il numero di mani possibili per unità di tempo deve essere presa allo stesso modo nella variante "Pot Limit Omaha" e nella variante "Texas Hold'em". In entrambe le varianti, puntate più alte sono consentite solo nei round di gioco successivi, dopo che si sono già verificate interazioni con gli altri giocatori.”

Questi i parametri anche temporali che hanno portato il Bhf a respingere il ricorso e inquadrare il player nell’alveo del professionismo: “L'attore ha aumentato le sue puntate di gioco nel tempo. Il suo budget di tempo, con una media di 15-20 ore settimanali, era anche significativamente superiore a quello di un giocatore amatoriale, ed è ulteriormente aumentato fino a una media di 20-25 ore settimanali negli anni in questione, 2010 e 2011 (si veda il punto 5.b di seguito per l'assenza di errori procedurali in queste conclusioni di fatto della Corte Tributaria). A differenza di altri giocatori online che rimangono anonimi, l'attore, secondo le circostanze accertate dalla Corte Tributaria, aveva anche una presenza significativa sui media pertinenti. Anche questo è estraneo all'immagine di un giocatore amatoriale. La conclusione cui è giunta la Corte tributaria, secondo cui il ricorrente non era più interessato solo a soddisfare le sue esigenze private di gioco, ma utilizzava il poker per generare reddito e giocava a scopo di lucro, non è quindi soggetta ad alcuna obiezione in sede di ricorso.”


 

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