Sono passati tanti anni da quando, come amministrativo, mi occupavo di contabilità e bilancio. Oggi, provando a immedesimarmi nell’incaricato di uno studio preliminare per una valutazione della convenienza di gestire in concessione una casa da gioco, provo ad esaminare la problematica che mi si presenterebbe da affrontare e, possibilmente, risolvere.
La prima necessità consiste nella conoscenza dei dati rilevabili dai bilanci approvati con il relativo esame del conto economico, allegati compresi, ad iniziare dal valore della produzione e dai costi diretti della stessa.
Ecco che mi ritrovo a controllare i ricavi lordi dei giochi comprensivi dei proventi accessori, logicamente per la parte spettante al gestore, relativi ai giochi da tavolo ripartiti per ogni singolo e, a seguire, l’incidenza dei proventi slot sul totale del ricavato netto.
Con la disponibilità dei dati di cui sopra mi concentro sulla percentuale relativa all’incidenza dei proventi slot sul totale e all’introito medio che ogni frequentatore ha prodotto in base alle presenze. Sono a conoscenza di un risultato soprattutto statistico ma nella convinzione che potrà fornire una qualche indicazione tanto da predisporre identico conteggio relativamente ad ogni gioco da tavolo, bene inteso di contropartita. Mentre per un gioco di circolo meriterebbe di più un raffronto tra proventi accessori e presenze allo scopo dichiarato di saggiare la qualità della frequentazione. Forse in questa ultima annotazione sono stato influenzato dai ricordi in merito alle gare di chemin de fer che si organizzavano un tempo in tutte la case da gioco italiane.
Se fosse possibile avrei anche necessità delle ore effettivamente lavorate, parlando di giochi da tavolo, allo scopo di avere una idea del rendimento, appunto, orario in termini di proventi netti, ovvero al netto di quelli accessori.
Solo a questo punto e con i dati citati a disposizione potrei addentrarmi nei costi di gestione ad iniziare da quelli per il personale dipendente, separatamente tra addetti al gioco ed altri. Questa indicazione, se la discussione procede sino alla conclusione contrattuale, è senza alcun dubbio utile per conoscere il costo per ogni singolo gioco e l’eventuale diversa collocazione nella sala.
Non può mancare, in uno studio di questa natura, l’osservazione attenta del costo dei servizi, specialmente se collegati alla produzione quali ospitalità e viaggi.
Il tempo ed il modo di provvedere ad altre incombenze, se del caso, verrà dopo. Al momento abbiamo adempiuto, mi pare, ad uno dei più rilevanti compiti che una gestione – e poco importa se pubblica o privata – deve poter usufruire: disporre delle premesse per una eventuale considerazione in ordine alla organizzazione del lavoro.
E in questo senso mi pare prudente ricercare il raffronto tra i contanti cambiati direttamente al tavolo dai giocatori e il risultato netto per ogni tavolo di contropartita. Possiamo ricavarne anche l’eventuale parziale pendolarità della clientela tra la cassa ed il tavolo prima di uscire definitivamente dalla sala. Infatti non credo di vedrà mai una cassa di sala vicinissima all’uscita; bando alle considerazioni personali, la presente potrebbe rivelarsi utile.
Tanto per fare un esempio possiamo pensare a una organizzazione del lavoro con una cassa amministrativa che non ha contatto con la clientela ma solamente con i tavoli ove non sia compreso il contante ed una cassa di sala, anche ponendo doverosamente la dovuta attenzione al servizio alla clientela.
Un altro problema, ma senz’altro da rimandare al post accordo sulla concessione e non lo ritengo, parlandone per esperienza diretta, di esclusiva competenza del reparto contabilità in quanto interessa anche il marketing e la direzione giochi, la tenuta estremamente descrittiva di quanto può interessare il costo dei servizi alla clientela. Un tale comportamento potrebbe fornire le indicazioni necessarie e, a volte, indispensabili sul tema citato oltre che permettere alla gestione di indirizzare nel migliore dei modi gli investimenti in ottica ritorno.
Onestamente devo confessare la non esperienza diretta in materia di complessi alberghieri di qualità se non indiretta. Ciò mi consente, quasi sicuro di non commettere errori, avendo lavorato al Casinò di Saint Vincent, di stimare una simile situazione un vantaggio operativo per la gestione della casa da gioco.