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Commissione Senato Thailandia: 'Governo ritiri il disegno di legge sui casinò'

27 giugno 2025 - 17:44

Una commissione del Senato della Thailandia esorta il governo a ritirare il disegno di legge sui casinò.

Scritto da Mc
Foto di Geoff Greenwood su Unsplash

Foto di Geoff Greenwood su Unsplash

Sempre più lungo e con sempre più ostacoli. È il percorso che dovrebbe, ma il condizionale è ogni giorno di più d'obbligo, portare la Thailandia a legalizzare i casinò, come da anni una parte politica tenta inutilmente di fare. 

Quest'anno sembrava fatta, con l'approvazione in prima lettura di un disegno di legge in materia da parte del Governo. Ma poi l'iter si è ancora una volta complicato e ora arriva la notizia che la commissione del Senato incaricata di studiare la politica nazionale thailandese sulla legalizzazione dei casinò ha esortato il governo a ritirare il disegno di legge, citando preoccupazioni economiche e sociali. Questo secondo le dichiarazioni del presidente della commissione, Veerapun Suvannamai, citate dal quotidiano Bangkok Post.

Il parlamentare ha affermato che la commissione ha avanzato la richiesta dopo aver trascorso due mesi a studiare il disegno di legge.
Il disegno di legge per legalizzare i centri di intrattenimento con casinò avrebbe dovuto essere esaminato in prima lettura dalla Camera bassa dell'Assemblea Nazionale thailandese il 9 luglio, ma il governo ha annunciato questa settimana che la procedura sarebbe stata rinviata.
Veerapun ha affermato che il disegno di legge era stato inizialmente presentato dal governo guidato dal partito Pheu Thai senza divulgare i piani per i casinò, il che potrebbe essere in contrasto con la "strategia nazionale" della Thailandia.

Il senatore ha anche dichiarato all'agenzia di stampa che la sua commissione ha trovato "poche prove" a sostegno dell'affermazione che la legalizzazione dei casinò potrebbe dare un impulso significativo all'economia thailandese. Ha citato le osservazioni del Consiglio Nazionale per lo Sviluppo Economico e Sociale della Thailandia, che ha dichiarato al suo panel che i ricavi dei casinò sono in calo a livello globale.
"La maggior parte dei profitti dei casinò va agli investitori privati, non allo Stato", ha affermato Veerapun, osservando che la sua commissione dubita delle proiezioni del governo in merito ai benefici fiscali derivanti da un'industria dei casinò legalizzata.

Abhisit Vejjajiva, ex primo ministro thailandese, aveva precedentemente espresso i suoi dubbi alla commissione del Senato sui potenziali benefici fiscali che i complessi di casinò resort avrebbero potuto apportare al Paese. A quanto pare, aveva sottolineato che ciò era dovuto al fatto che il governo thailandese potrebbe voler mantenere la tassazione del gioco d'azzardo a un livello competitivo rispetto ad altre giurisdizioni che gestiscono casinò, al fine di attrarre clienti dall'estero.
Nel suo commento, Veerapun ha anche osservato che la sua commissione non considerava la legalizzazione dei casinò un passo in grado di sradicare il gioco d'azzardo illegale nel Paese, poiché è improbabile che coloro che si dedicano a questo commercio illecito passino ad attività di gioco legali.

Il piano per consentire l'apertura di casinò in Thailandia sta incontrando una crescente opposizione: un recente sondaggio condotto dall'Istituto Nazionale per l'Amministrazione dello Sviluppo thailandese, ricorda GgrAsia, mostra che la maggior parte degli intervistati si oppone alla legalizzazione del gioco d'azzardo nei casinò nel Paese.
Il governo thailandese ha difeso il suo piano di ospitare diversi complessi di intrattenimento con casinò, promettendo normative rigorose e trasparenza.
Ma ora i casinò sono, se non l'ultimo, certo non il primo dei problemi del governo thailandese, che è alle prese con una grave crisi interna, poiché il secondo partito della coalizione di governo, il Bhumjaithai Party, si è ritirato la scorsa settimana.
Anutin Charnvirakul, leader del Bhumjaithai Party, è citato nell'articolo del Bangkok Post e afferma che la politica governativa sui casinò è stata una delle ragioni principali che hanno spinto il suo partito a lasciare il governo di coalizione.

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