La Lega dei Ticinesi ha presentato al Consiglio di Stato un’interrogazione firmata dal deputato Omar Balli (primo firmatario) e dai cofirmatari Boris Bignasca, Stefano Quadri, Maruska Ortelli, Mauro Minotti, Sem Genini in cui vengono espressi dubbi sulla presenza di un professore della Supsi (Scuola Professionale della Svizzera Italiana) all’interno del Consiglio di amministrazione del casinò Campione d’Italia. Una scelta definita un ‘controsenso’ dai firmatari, considerando il ruolo attivo che la Supsi riveste nell’ambito della prevenzione e del contrasto al gioco patologico.
Nel testo dell’interrogazione viene inizialmente sottolineato che è recente “la notizia di un ex direttore di banca che è stato condannato per aver usato i soldi dei clienti per giocare al Casinò. L’uomo, che soffriva di ludopatia, pare che, interdetto dalle Case da gioco ticinesi, abbia sfruttato la facile opzione data dalla vicinanza del Casinò di Campione d’Italia. Inoltre, esperienze dirette sul territorio confermano che anche persone che si sono autoescluse dalle case da gioco ticinesi continuano a frequentare, in maniera più o meno assidua, il Casinò di Campione”.
Un esempio, secondo i firmatari, che mostra come “la politica attuata dal Casinò di Campione, perlomeno nei confronti dei nostri residenti, non raggiunge gli standard di quella applicata dai Casinò ticinesi che, va ricordato, sono sottoposti alle norme (giustamente restrittive) della Commissione Federale delle Case da Gioco.
Le ricadute negative sul tessuto e sulla rete sociali del nostro cantone sono evidenti. Va però detto che la Supsi (Scuola professionale della Svizzera Italiana) si è occupata si occupa in modo serio del fenomeno del gioco patologico in Ticino, in particolare tramite il suo dipartimento di Scienze Aziendali e Sociali (Dsas) in collaborazione con il Fondo gioco patologico del Canton Ticino, gestito dal Decs. Questo con l’obiettivo di analizzare le abitudini di gioco e la diffusione del gioco problematico nella popolazione ticinese”.
Proprio per questo secondo i firmatari “stupisce (eufemisticamente) non poco che un Professore o Professoressa della Supsi (forse anche attivo/a nello stesso Dipartimento che si occupa di analizzare, studiare e proporre azioni per contrastare il gioco patologico nel nostro Cantone) sieda nel Consiglio di amministrazione del Casinò di Campione d’Italia. Mi si conceda: una presenza altamente inopportuna, un bel controsenso.”
Alla luce di questo ecco le domande che la Lega dei Ticinesi ha inoltrato al Consiglio di Stato:
“Era a conoscenza di questa situazione? Il Decs, dipartimento di riferimento per la Supsi, ne era informato?
Come viene valutata questa situazione ossia che la Supsi (rispettivamente, direttamente o indirettamente, il Cantone) si occupi attivamente della lotta contro il fenomeno del gioco patologico e nel contempo un professore o professoressa della stessa Supsi sieda nel Consiglio di amministrazione del Casinò di Campione d’Italia? Si chiede anche l’opinione del Decs.
Le linee guida nazionali che, giustamente, i Casinò ticinesi devono rispettare sono il frutto di un’attenta valutazione dell’interesse collettivo. Non pensa il Governo che questa situazione rappresenti un notevole danno d’immagine e possa tradursi nell’adagio “Seguite i miei consigli, non il mio esempio”?
La Supsi ha autorizzato il professore o professoressa a fare parte del Consiglio di amministrazione del Casinò di Campione?
Se si: in quale data e con quali motivazioni? È stata fatta una valutazione sull’aspetto dell’opportunità? Con quali risultanze?
Se no: la Supsi intende intervenire? In che modo?
Alla luce delle risposte precedenti, il Consiglio di Stato, rispettivamente il Decs intendono intervenire presso la Supsi?
Se si, con che modalità? Se no, perché?”