Roma - “Come Doxa seguiamo i giocatori partendo dall’antropologia stando ben attenti a come muoverci. Ad esempio, in primis gli scommettitori di qualsiasi verticale odiano lo stigma dell’azzardo e ogni volta che li intervistiamo ci chiedono ‘per favore, siamo solo persone che si vogliono divertirsi’ e ‘non vogliamo farci chiudere nel ghetto dei brutti e cattivi’. C’è molta psicologia sociale e non dobbiamo farli finire nel buco nero della patologia”.
È intervenuta così Sonia Biondi di BVA Doxa agli Stati generali dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli all’interno della tavola rotonda “La formazione, l’informazione e le scienze comportamentali come strumenti per la promozione del gioco responsabile”.
A stimolare l’esperta le domande del moderatore Paolo Poggio, Vicedirettore Rainews 24.
Un’attenta e complessa analisi quella della professoressa Biondi: “Tornando alle scienze comportamentali , che cosa sono e come ci possono aiutare nel seguire i giocatori. Grazie ad alcuni sistemi, i “nudge”, i touch point, riusciamo a capire il momento in cui i giocatori stanno per cadere probabilmente in quello che potrebbe essere la routine. Utilizziamo pungoli, spinte gentili per dire a chi sta esagerando di fermare, pensare e autoregolarsi”.
Il "nudge" è una strategia di comportamento, derivante dalla Behavioral Economics, che influenzare le scelte delle persone senza costringerle o limitare la loro libertà. Questa strategia, traducibile come "spinta gentile", mira a rendere più attraente o più visibile un comportamento desiderato, spingendo le persone verso scelte più sane o più vantaggiose senza imporre obblighi.
E proprio su questi sistemi è emersa un’esigenza ben precisa dei giocatori: “Un nudge richiesto dai players e emerso da una serie di interviste fatte ai giocatori tempo fa, è la creazione di un’app che aiuti gli utenti a dire che si sta perdendo o giocando troppo. Un po’ come le app che ricordano la mattina cosa devo fare durante la giornata o quella che dice di alzarsi perché si è stati troppo seduti, ha proseguito Sonia Biondi.
Ma i giocatori si riconoscono come tali, sia saltuari che patologici? “Gli intervistati ci chiedevano spesso se eravamo sicuri che li avremmo fatti parlare delle loro abitudini di gioco. Ceto che sì, è il nostro mestiere. Siamo andati nei punti vendita e li abbiamo osservati e poi li abbiamo affiancati. La tendenza è quella di ridurre un po’ ciò che si spende, ma questo lo facciamo tutti anche quando mangiamo troppo fuori.
Ma è in questo punto che entran le scienze comportamentali per capire il reale desiderio di giocare e se quello è proprio quello nel divario tra desiderio – perché comunque c’è un desiderio di non giocare troppo – e il desiderio di non sentirsi colpevolizzati. Non dobbiamo scendere nel proibizionismo, altrimenti otteniamo l’effetto opposto.
Il gioco è un intrattenimento e non va colpevolizzato a meno che non si passino certi limiti: “Alcuni giochi si fanno per provare scariche di adrenalina, altri per sfidare se stessi, le proprie abilità e le proprie abitudini. Si vuole capire se Sinner vincerà e ci si sfida sulle competenze. Il nostro compito è stimolare alcune parti positive di noi e per divertirsi, bloccando comportamenti troppo eccessivi.
L’approccio è fondamentale: “Come dicevo prima le persone si sentono troppo stigmatizzate e continuare a fare un tipo di comunicazione istituzionale dura e cruda non è utile, alla fine i giocatori ne anche leggono più. Un po’ come le immagini sulle sigarette: è bastato comprare una custodia per coprirle. Noi cerchiamo di mettere l’accento sulla parte positiva così da invogliare a avere un comportamento responsabile e proseguire sulla via giusta. Volevo solo fare un accenno ad una ricerca che abbiamo fatto ultimamente dove il 65% degli intervistati giocatori dichiarati ci hanno detto che sono favorevoli all’utilizzo dell’applicazione, ma che sia un’app aperta su tutti i verticali di gioco.
Anche in tutti i punti vendita per monitorare tutto ed essere consapevoli di tutto quello che si fa nell’arco della giornata e della settimana e con un’app si riesce ad essere anche meno bugiardi.
Secondo la professoressa della Doxa il “reddito non è direttamente correlato al gioco patologico e c’è una grande fascia che ha questa intenzione comunque di giocare per divertirsi e non arrivare a quell’altro livello.
Ultimo passaggio sulle tecnologie da adottare: “L’Intelligenza Artificiale e altri sistemi tecnologici sono fondamentali ma prima di tutto dobbiamo studiare e capire da vicino, sul campo quali sono i comportamenti tramite le scienze che lo studiano. Torno ai nudge, se troviamo il giusto sistema possiamo centrare l’obiettivo e risolvere gran parte dei problemi”, ha concluso Sonia Bindi.