Stati generali Adm, Distante (Sapar): 'Pmi del gioco schiacciate dal proibizionismo'
Distante (Sapar) nel suo intervento agli Stati generali dell'Agenzia dogane e monopoli si sofferma sugli effetti della questione territoriale sulle piccole e medie imprese del gioco fisico.
Scritto da Redazione
Domenico Distante, presidente dell'associazione Sapar
Roma - “La Sapar è attiva dal 1962, quando esistevano solo flipper e calciobalilla, non si pensava per niente all'online, oggi parliamo di un settore fatto in primis da medie e piccole imprese che dal 2004 stanno sul territorio per installare gli apparecchi, portare il Preu allo Stato, perché noi siamo partner dello Stato. Come aziende di gestione degli apparecchi abbiamo sempre messo al centro la tutela dei minori, della salute pubblica, la formazione degli operatori.”
A ribadire il concetto è Domenico Distante, presidente dell'associazione Sapar, nel corso del tavolo di lavoro “Fra liberismo e proibizionismo: la linea sottile del gioco responsabile”, nell'ambito della seconda giornata degli Stati generali dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, intitolata “La promozione e lo sviluppo del gioco responsabile tra regolamentazione, innovazione tecnologica e prospettiva delle scienze comportamentali”, in agenda oggi, 22 maggio, a Roma.
Distante puntualizza: “In questi anni di proibizionismo ne abbiamo viste di cotte e di crude, leggi regionali, ordinanze sindacali, aspettiamo quanto prima il riordino; come presidente di associazione posso ricordare lo stress giornaliero che viviamo, ci tocca parlare con consiglieri, assessori, sindaci, rappresentanti delle Regioni perché si emanano provvedimenti contro il gioco pubblico di Stato dalla sera alla mattina. Un esempio per tutti? San Lazzaro di Savena, dove fu varata un'ordinanza sindacale che consentiva il funzionamento degli apparecchi solo per un'ora dal giorno, poi ritirata dopo la presentazione del ricorso degli operatori al Tar. Le piccole e medie imprese hanno subito un vero e proprio proibizionismo, nonostante il lavoro fatto rispettando le regole e le istituzioni, un lavoro di cui non ci dobbiamo vergognare”.