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Ippodromo Casarano: tanta voglia di crescere e di correre di più

24 giugno 2025 - 11:15

Prosegue il viaggio di Gioco News negli ippodromi della Penisola. Approdiamo in Puglia, con un approfondimento sull'impianto di Casarano (Le), con tanti progetti in cantiere.

Scritto da Fm
© Ippodromo Euroitalia di Casarano

© Ippodromo Euroitalia di Casarano

L'ippica in Puglia vuol dire soprattutto trotto. Lo testimoniano i tre ippodromi della regione - Casarano (Le), Castelluccio dei Sauri (Fg) e Taranto – emblema di questa tradizione.

Nello speciale pubblicato sul numero della rivista Gioco News di giugno (consultabile integralmente online a questo link) li abbiamo conosciuti più da vicino grazie ai racconti di chi li gestisce.

In questa prima puntata ci dedichiamo a Casarano, che, nella classificazione pubblicata dal ministero dell'Agricoltura lo scorso dicembre, limitata ai “requisiti tecnici”, è al 14esimo posto.

Una posizione che soddisfa particolarmente Tony D'Aquino, che lo gestisce per conto dell'immobiliare Euroitalia, società della famiglia Di Luca, proprietaria di un complesso polivalente che comprende anche piscine, campi di calcio e calcetto, una clinica per la riabilitazione e non solo: “Sono rimasto molto contento, perché finalmente sono state premiate delle strutture che 'fanno impresa', e perché abbiamo ricevuto 100mila euro di sovvenzione in più rispetto allo scorso anno. Abbiamo chiesto al Masaf di poter organizzare delle giornate di corse aggiuntive, non retribuite, per valorizzare l'impianto, farlo conoscere, dato che è vitale per la regione e per il Sud, dove ci sono tanti proprietari e tante scuderie. Ovviamente senza nulla togliere all'ippodromo di Taranto, in cui sono cresciuto, e che ho nel cuore”.

Per la cronaca, Casarano nasce come impianto ippico nel 1998, ed è stato riconosciuto come tale nel 2006 per il galoppo e subito dopo per il trotto. Portato avanti, come racconta ancora D'Aquino, “con passione e tanta voglia di fare. Quest'anno a gennaio abbiamo avuto cinque giornate, abbiamo coinvolto le associazioni, le scuole ed organizzato eventi di gastronomia prima delle gare vere e proprie, mentre per quest'estate stiamo progettando una rassegna per far conoscere i cavalli murgesi e l'asino di Martina Franca. Nelle nostre scuderie ospitiamo cavalli che corrono nel salto a ostacoli, quelli che traiano carrozze storiche; nel nostro complesso poi abbiamo appartamenti per ospitare gli artieri e i driver, ci sono piste di allenamento oltre che da corsa, per la monta inglese e americana, una pista dritta, percorsi per la doma dei puledri con centro di allenamento annesso. Inoltre disponiamo di un servizio di trasmissione delle immagini delle corse di ultima generazione e stiamo progettando ulteriori innovazioni. Insieme ad un'associazione stiamo mettendo su una scuola per piccoli driver, con i pony, e vorremmo fare un gemellaggio con Malta per organizzare corse con professionisti, con la finale in Italia o nell'isola, se il Masaf ci dà l'ok, unendo le forze anche con soggetti esteri. Poi vogliamo allargare il novero delle nostre iniziative, ospitare concerti, attività che vanno oltre l'ippica. Siamo aperti 24 ore su 24, anche la domenica, per chi vuole conoscere e scoprire il mondo dei cavalli”.

Le prossime corse, cinque, si terranno in notturna ad agosto, con un corollario di eventi ancora in via di definizione. “Ogni giornata cercheremo di fare qualcosa, come fosse una festa, per coinvolgere le famiglie e i turisti in vacanza. Casarano è al centro del Salento, molto vicina al mare, quindi da noi c'è tanto turismo e possiamo contare su molte presenze, specie dal Nord, anche quando non si corre.”

Spostando lo sguardo al rilancio generale dell'ippica, e alle iniziative che sarebbero necessarie per favorirlo, D'Aquino non ha dubbi: “Il problema numero uno da risolvere è il ritardo dei pagamenti; molti operatori del settore ormai sono arrivati alla frutta, tenere in piedi le scuderie costa fatica e tante spese, e così non è possibile investire sul 'prodotto', che poi è quello che ti fa fare il salto di qualità. Inoltre, bisognerebbe rendere gli ippodromi autosufficienti, riportare il pubblico negli impianti, sia le famiglie e gli scommettitori. Insomma, far tornare la passione”.

 

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