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Legge gioco Lazio, Cangianelli (Fipe): 'Pronuncia CdS distante da realtà dei fatti'

17 giugno 2025 - 09:50

Per Cangianelli la pronuncia del Consiglio di Stato sulla circolare sul gioco della Regione Lazio è 'lontana dalle reali dinamiche di consumo e possibilità di intervento efficace degli esercenti'.

Scritto da Redazione
Emmanuele Cangianelli, presidente di Egp – Fipe e consigliere delegato di Fipe per i giochi pubblici

Emmanuele Cangianelli, presidente di Egp – Fipe e consigliere delegato di Fipe per i giochi pubblici

“La sentenza del Consiglio di Stato è solo l'ennesima puntata di un infinito contenzioso, non solo nella Regione Lazio, effetto della pluriennale assenza di riordino normativo, capace di ribadire la centralità del sistema concessorio secondo le previsioni del 1948.
Una sentenza che colpisce in quanto diverge, sul piano processuale ma soprattutto sul piano sostanziale da altra sentenza, della stessa sezione e sulla stessa materia, di poche settimane fa, che ha contestato il metodo e la legittimità delle misure regionali, mentre questa ultima sentenza le considera legittime, coerenti con le finalità sanitarie e compatibili con l’assetto costituzionale delle competenze.”

Inizia così la disamina di Emmanuele Cangianelli, presidente di Egp – Fipe e  consigliere delegato di Fipe per i giochi pubblici, raccolta da GiocoNews.it sulla sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato la legittimità della circolare applicativa varata dalla Regione Lazio nel 2023 per definire alcuni chiarimenti sulla legge sul gioco.

Sentenza che arriva dopo quella con cui lo stesso Consiglio di Stato si era pronunciato in modo diametralmente opposto, poco più di due mesi fa.

Tornando alla sentenza di tre giorni fa Cangianelli rimarca: “È tuttavia una pronuncia quanto più lontana possibile dalle reali dinamiche di consumo e possibilità di intervento efficace degli esercenti, ad esempio sulle pause di gioco. Questo approccio ha, troppe volte, portato perfino la Corte costituzionale a pronunce di mero principio, ben lontane dalla concretezza necessaria per intervenire efficacemente sul fenomeno del gioco compulsivo, così come del gioco minorile.
In questi contenziosi emerge il gran vuoto di analisi tecniche puntuali, che possano dimostrare la realtà del fatto che i legislatori, soprattutto territoriali, si sono dedicati ad interventi principalmente restrittivi dell'offerta, solo quella legale e tra di essa solo su una parte dei giochi in denaro, gli apparecchi, evitando disposizioni efficaci sulla domanda e sulla informazione educativa ai consumatori, e favorendo semplicemente lo spostamento su altri prodotti ed altre modalità di consumo, anche nei punti vendita, attraverso i canali telematici; essi vengono perfino richiamati da questa sentenza, ma per giustificare non l'attenzione alle nuove forme di consumo ma le limitazioni a quelle tradizionali!”.

Per il presidente di Egp-Fipe quindi la sentenza del Consiglio di Stato “dimostra, perfino con riferimenti normativi non corretti, l'errata comprensione dei fenomeni e privilegia, come altre del resto, passaggi perfino moralistici, poco consoni ad una analisi giuridica puntuale.
Ci auguriamo che anche i giudici di Palazzo Spada possano approfondire meglio, in futuro, le delicate questioni dei giochi pubblici, favorendo una sempre più auspicata normalizzazione dell'offerta regolamentata”.

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