Come era ampiamente nell'aria, arrivano i primi ricorsi contro il bando per le concessioni per il gioco online, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea un mese fa.
A presentarli sono i concessionari rappresentati dall'associazione Cigo - Concessionari italiani gioco online.
I dettagli sono affidati a una nota, che riportiamo di seguito.
“La Cigo ritiene, come Agic (Associazione gioco da intrattenimento in concessione aderente a Confindustria, Ndr), che la stabilità normativa e fiscale, il contrasto alla ludopatia ed alla illegalità, il gioco legale e responsabile e la dignità dell’industria del gioco siano valori condivisi e da tutelare, al pari del rispetto dei principi italiani ed europei a tutela del libero mercato e della concorrenza, pilastri per uno sviluppo compatibile con la tutela del consumatore, dell'Erario e della filiera degli operatori del gioco online.
In tale ottica, coerentemente con quanto espresso in ogni sede istituzionale fin dalla sua fondazione, la Cigo annuncia di aver coordinato, con l'assistenza dei propri legali - avvocati Porfiri, Vergerio, Ripamonti e Parrelli - la presentazione, in data odierna (16 gennaio, Ndr), di un ricorso al Tar Lazio avverso il bando di gara, a tutela dei legittimi interessi dei concessionari italiani di medie e piccole dimensioni”.
Non è la prima volta che Cigo interviene sul tema. Lo scorso febbraio l'associazione aveva criticato "l'abnorme costo delle concesssioni", le restrizioni per le skin e per i punti vendita ricarica previsti nel corso di un'audizione alla commissione Finanze e tesoro del Senato nell’ambito dell’esame dello schema per il riordino settore giochi, a dicembre 2024 invece ha chiesto un tavolo di confronto sui tanti nodi da sciogliere per il comparto e per garantire stabilità e certezze agli investitori.
L'annuncio del ricorso di alcuni piccoli e medi concessionari italiani arriva proprio nel giorno in cui l'Agenzia delle dogane e dei monopoli ha pubblicato una nuova determinazione dirigenziale, che modifica le regole amministrative della procedura di affidamento in concessione dell’esercizio e della
raccolta a distanza dei giochi dopo le comunicazioni pervenute al Responsabile unico del progetto "da parte di operatori, aventi sede legale al di fuori dell’Italia, interessati a partecipare alla procedura di affidamento, con cui si segnalano possibili criticità legate ad alcune previsioni contenute nelle Regole amministrative, potenzialmente in grado di rappresentare una restrizione alla libertà di stabilimento e alla circolazione dei servizi, in contrasto con gli articoli 49 e 56 del Tfue - Trattato di funzionamento dell'Unione europea e, altresì, di ledere il principio di massima partecipazione alla procedura di gara".