La problematica che, scusate il termine, affligge alcune gestioni delle case da gioco italiane è data dalla ricerca di una strategia capace di incrementare le entrate e ridurre i costi per quanto possibile, e permettere nuovamente di contribuire al bilancio degli enti pubblici che, sul loro territorio, vantano un casinò.
Sicuramente non è la prima volta che ne parlo e lo stesso hanno fatto in molti, tramite la multifunzionalità si può abbassare numericamente il personale e adeguare l’offerta alla domanda. Ma non tutte le gestioni sono già attrezzate e stanno istituendo corsi al fine di dar vita all’opportunità che altre attività hanno già colto da tempo.
La concorrenza più agguerrita la trovano nel gioco online che gode dei vantaggi ormai noti a tutti e che la pandemia ha contribuito ad evidenziare.
Detta tipologia di gioco è, al momento, poco praticata mentre lo dovrebbe essere maggiormente.
È nota la preferenza dei giochi da casinò forse perché agli indubbi vantaggi se ne aggiunge un altro che ritengo fondamentale: la non incidenza dei costi di trasporto e ciò non è assolutamente di poco momento.
A mio parere sarebbe opportuno attrarre l’interesse e, perché no, la curiosità di molti con l’online da vivo; ricchi premi e cotillons si diceva un tempo, ma il casinò terrestre può inventarsi gare online e premi che la concorrenza non può permettersi.
Ora passo alle gare che non sono una novità assoluta ma possono divenirlo con l'introduzione nell’offerta, nell’ormai doverosa necessità di diversificarla, di giochi nuovi che possono rivolgersi ad una numerosa clientela così come ha fatto la concorrenza al di là del confine.
Ancora mi permetto di aggiungere, l’altro dei due principi operativi in una casa da gioco, il primo lo avete letto e trattava dell’offerta da adeguare opportunamente, ora passo alla qualità del servizio che, a mio avviso e ne parlo per esperienza diretta, non può prescindere dalla professionalità degli addetti alla produzione.
Certamente, come anche dimostrano gli articoli che si possono leggere, ci sono i tornei nei quali il poker sembra prevalere, le manifestazioni sportive di sicuro interesse, gli spettacoli, i convegni e altro ancora che costituiscono un richiamo e svolgono una azione interessante anche per quanto all’indotto.
A monte di tutto questo non possiamo sottacere la rilevanza della gestione non tanto per il fatto che sia a capitale pubblico, privato o misto quanto alle caratteristiche che non possono mancare a tutti i livelli: esperienza, competenza e perfetta condivisione dei principi che hanno contribuito alla deroga alle norme del codice penale in tema di gioco d’azzardo.
Concludo con la più ampia convinzione che solamente a certe qualità che ho appena elencato si ottiene una operatività improntata alla snellezza funzionale che mi pare il modo di raggiungere il risultato citato all’inizio.
Aggiungo una considerazione che dopo tanti anni mi si è creata: il gioco è una sfida dell’individuo contro qualcuno o qualcosa. Nella casa da gioco siamo evidentemente nel primo caso, quando imperversava il flipper penso fossimo nel secondo.
Certamente non posiamo dimenticare che cambiano i gusti e, forse, influenzati dal mutamento delle possibilità economiche.
Abbiamo potuto vedere in passato molto accesa la disputa tra giocatori nello chemin de fer, oggi la ritroviamo nel poker con i relativi tornei molto apprezzati e frequentati come si può constatare facilmente lo vediamo ancora con la roulette e gli altri giochi cosiddetti americani, probabilmente per la possibilità un minore impegno economico.
Lo abbiamo notato in questi ultimi anni quando la voglia di puntare è stata trasferita a casa del giocatore o in auto durante una sosta tanto che l’online è divenuto un serio concorrente delle case da gioco. È sufficiente porre attenzione al trend del mercato nazionale.
Ed ecco la forzata ricerca di trovare una innovazione nella politica produttiva per meglio adattarla ai tempi. Ecco per quale motivo mi permetto spesso di avanzare qualche suggerimento come quelli che ho indicato, sicuramente non sono né il solo né il primo, ma l’esperienza mi consola nel condividere idee di altri.