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Campione, la scelta di Longato: 'Mi candido a consigliere comunale'

29 luglio 2025 - 11:35

Ivan Longato scende in campo in vista delle elezioni amministrative a Campione, evidenziando la necessità di svincolarsi in parte dal Casinò.

Scritto da Redazione
Foto di David Rotimi su Unsplash

Foto di David Rotimi su Unsplash

Le elezioni comunali a Campione d'Italia sono ancora lontane, visto che se ne parlerà solo l'anno prossimo, ma il dibattito politico è già acceso e si moltiplicano le prese di posizione. Talvolta controrrente proprio come impostazione, scegliendo dunque di scendere in campo per un ruolo meno “ambizioso” rispetto a quello di sindaco. È il caso di Ivan Longato, ex croupier del Casinò di Campione d'Italia, attivo per anni anche in ambito sindacale e nome assai noto nell'enclave, che affida il suo pensiero, e la sua scelta, a una lettera aperta, dove si focalizza anche sulla Casa da gioco, e che riportiamo nella sua interezza.


Mi candido a consigliere comunale.
Ecco la scelta diversa di chi vivendo il paese, il lavoro ed i concittadini, con una storia sindacale, politica e sociale ha intenzione di invertire la “solita rotta campionese” (molto di moda a livello globale). Cambiando i fattori il risultato cambia, perché la politica non è matematica!

Mi candido quale consigliere per una lista civica che abbia il coraggio e la forza per presentare un programma di lungo termine.

Qui, più che mai è più che altrove vanno “mischiate le carte con trasparenza” e non è sicuramente legata  al Casinò quest’impostazione che invece ha avuto nel corso degli anni degli “autentici bari” che si sono arricchiti a scapito della clientela, di molti lavoratori, della cittadinanza e dei creditori. Si, perché i debiti che paghiamo  e chi ci hanno obbligato a rifare tutto ripartendo in modo difficoltoso e meno certo non nascono da mie fantasie, ma da scelte politiche ed imprenditoriali assurde, illogiche, senza controllo ed ancora senza colpevoli.

Sono un semplice operaio che ha avuto la fortuna di provare ogni situazione lavorativa qui come altrove e che sa valorizzare l’impegno che si può dedicare senza altro fine se non quello di migliorare la situazione attuale che definisco grottesca, meschina, falsa e perversa.

Un candidato sindaco con “gli Yes Man” pronti a tutto pur di ricoprire un ruolo teso unicamente all’interesse di pochi non ci serve e non ha che una fine già scritta fatta di cose, di atti e di situazioni trite e ritrite.
Non ci serve e non vi serve il “nome calato dall’alto”. 

Ci occorre chi serve i cittadini e lo Stato e non il contrario.

I campionesi devono uscire dal torpore a cui sono stati educati “sperando” che il dopo sia migliore di quanto già lo sia stato rispetto ad altre comunità.

Siamo diversi, è vero, ma dobbiamo imparare a contribuire tutti al fine di rafforzare tale diversità e non ad indebolirla con comportamenti omertosi e silenziosi e dobbiamo abbandonare la frase “speriamo”. Non si spera senza far nulla! Si costruisce giorno dopo giorno e mattone dopo mattone!

Occorre fare scelte che delineeranno il futuro, già ampiamente compromesso, con persone che la devono smettere di candidarsi solo per avere un posto in poltrona!
Basta “cognomi, che portano voti”, ma solo persone che portino “ idee e progetti sostenibili”!
Altrimenti non ci sarà alcuna speranza se non la pancia piena per quei pochi che continueranno a devastare ciò che resta di un paese che ha molto da dare e molto da guadagnare per la sua posizione particolare.
Per le norme speciali, gli stanziamenti statali, le intese con la Svizzera (sempre disponibili a ragionamenti costruttivi), gli incentivi previsti dai vari ministeri, la nostra situazione doganale e la visibilità che abbiamo per molte situazioni particolari ivi compresa la possibilità di essere l’unico Comune che ha la facoltà di incassare l’Iva (Ilcci) oltre ad ospitare una delle sole 4 case da gioco italiane.
Unici in Italia a esser circondati amorevolmente e piacevolmente  dalla Svizzera. Un paese amico che ha saputo dimostrare interesse ma anche pazienza nei nostri confronti.
Saremo sempre più amici vicini, italiani ma vicini,  a chi parla in nostro medesimo dialetto, ma resteremo lombardi per altri aspetti. Saremo però “campionesi” prima di tutto perché la nostra atipicità possa essere un esempio positivo e non negativo.

Consiglieri candidati certamente sì, e poi discuteremo di chi avrà l’onere e l’onore di candidarsi a sindaco, ma ciò dovrà avere dei tempi brevi perché dopo l’estate il Natale si avvicina e la primavera è sempre più prossima al voto.

Questo mio appello è per far risvegliare il bello di voler far politica ritrovandosi con largo anticipo a lavorare a un progetto elettorale.

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