Nuova tornata di sequestri collegata all’operazione convenzionalmente denominata “Jonny”, che nel 2017 ha riguardato la organizzazione mafiosa Arena operante ad Isola Capo Rizzuto (Kr), avente, fra l'altro, una “posizione dominante” nel settore della raccolta delle scommesse online, esercitata con modalità totalmente illecite, nonché del noleggio degli apparecchi per il gioco online.
Se a giugno la Guardia di finanza ha sequestrato circa 2,7 milioni di euro di beni a un imprenditore collegato al gruppo mafioso, ora a comparire nei decreti di sequestro emessi dal Tribunale di Catanzaro - Sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione, su richiesta della Procura di Catanzaro - Direzione Distrettuale Antimafia, sono 23 unità immobiliari, 24 appezzamenti di terreno, quote societarie e una ditta individuale, per un valore complessivo di 4.301.590 euro, stando a quanto si legge in una nota pubblicata sul sito delle Fiamme gialle.
“La posizione processuale dei destinatari del sequestro, al momento, non è stata definita, in quanto per aspetti diversi pende dinanzi alla Corte d’appello di Catanzaro giudizio di rinvio disposto dalla Corte di cassazione. I provvedimenti di sequestro sono stati adottati dal Tribunale ordinario di Catanzaro, sulla base delle articolate indagini economico - patrimoniali coordinate dalla Procura della Repubblica di Catanzaro – Dda, eseguite dagli specialisti della sezione Misure di prevenzione - Gruppo investigazione criminalità organizzata (Gico) del Nucleo di Polizia economico-finanziaria Catanzaro e del Servizio centrale Ico, che hanno palesato un’evidente sproporzione tra il valore dei beni nella disponibilità dei proposti ed i redditi dichiarati. Inoltre, sono stati colpiti dal sequestro anche beni ritenuti frutto di attività illecita o che ne costituiscono reimpiego, segnatamente alcuni immobili entrati nella disponibilità di uno dei proposti mediante atti simulati di trasferimento della proprietà che in realtà celavano rapporti usurari. Gli accertamenti dei Finanzieri avevano già condotto all’emissione di analoghi provvedimenti ablativi, nei confronti di altri soggetti coinvolti nella medesima indagine, che hanno determinato il sequestro di ulteriori beni del valore di circa 5 milioni di euro”.
L’attività investigativa, dice ancora la Gdf, “aveva ricostruito come le cosche crotonesi, in passato in conflitto tra loro, fossero addivenute ad una 'pax mafiosa' per spartirsi le ingenti somme di denaro pubblico destinato all’accoglienza dei migranti attraverso le forniture, documentate anche con fatturazioni di comodo, al Centro accoglienza Sant’Anna di Isola di Capo Rizzuto (Kr)”.
SOSPESA DALLA POLIZIA L’ATTIVITÀ DI UN CENTRO SCOMMESSE DIVENTATO RITROVO DI PREGIUDICATI – Passando in rassegna gli aggiornamenti delle forze dell'ordine, spunta un altro episodio segnalato dalla Polizia di Stato a Catania.
Nella città etnea gli agenti hanno “sospeso temporaneamente l’attività di un centro scommesse di piazza Risorgimento in quanto era diventato un abituale ritrovo di pregiudicati, secondo quanto emerso dai costanti controlli finalizzati a verificare il rispetto delle norme in materia di legislazione della pubblica sicurezza.
Il provvedimento di sospensione ha una durata di 7 giorni ed è stato emesso dal questore di Catania, secondo le prerogative previste dall’articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.
In occasione dei diversi controlli sui clienti presenti, effettuati in un significativo arco temporale, sono emersi, per molti di loro, diversi precedenti per reati di particolare allarme sociale. Infatti, dalle verifiche nella banca dati in uso alle forze dell’ordine, è stato possibile accertare precedenti per associazione mafiosa, omicidio, estorsione, ricettazione, danneggiamento, rissa, nonché per reati predatori e in materia di stupefacenti”, si legge in un comunicato pubblicato sul sito della Polizia di Stato.