“Questo incontro vuole evidenziare il ruolo del cavallo nel progresso della civiltà umana: il cavallo ha contribuito a segnare tappe fondamentali nella storia, in guerra e in pace, nel lavoro, nello sport, nella cultura, nella medicina e in molto altro ancora. È dunque un’occasione per riflettere sull’attualità dell’industria delle corse come comparto culturale, sportivo, sociale ed economico, e sulle sfide che essa è chiamata ad affrontare.”
È iniziato così l'intervento di Remo Chiodi, direttore generale per l’ippica del ministero dell'Agricoltura, al convegno “The horse and the advancement of human civilization – Culture, racing, and social inclusion between Italy and the UK” (“Il cavallo e il progresso della civiltà umana – Cultura, corse e inclusione sociale tra Italia e Regno Unito”, Ndr) in programma ieri, mercoledì 9 luglio, all’Istituto italiano di cultura a Londra.
Chiodi ha evidenziato la “grande opportunità” per poter “rafforzare i rapporti tra Italia e Regno Unito nel settore ippico e, naturalmente, per valorizzare la competenza italiana in settori chiave come l’allevamento – un ambito che unisce tradizione, selezione genetica e innovazione –, la formazione, il benessere animale, l’aftercare e l’uso terapeutico del cavallo. Alcuni tra i migliori fantini al mondo sono italiani. Si tratta di un patrimonio ricco di conoscenze e di eccellenze professionali che l’Italia offre a livello internazionale, con l’obiettivo di favorire una rete stabile di relazioni tra istituzioni, operatori e portatori di interesse. È un patrimonio dell’umanità che vorremmo valorizzare attraverso un progetto comune, da condividere con tutte le autorità ippiche internazionali, per proporre all’Unesco il riconoscimento del contributo del cavallo alla civiltà umana mediante l’inserimento della relazione uomo-cavallo nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Tutto questo rientra nel progetto di rilancio dell’ippica italiana e in un nuovo marchio, 'Grande Ippica Italiana', recentemente creato per promuovere l’Italia nei mercati esteri”.
L'auspicio del direttore generale per l’ippica è che l'evento londinese possa “essere l’occasione per stabilire nuove partnership e costruire ponti duraturi tra operatori, istituzioni e appassionati del mondo equestre. L’ippica italiana è una risorsa culturale ed economica capace di attrarre interesse globale, più e meglio che negli ultimi anni. Come mi disse Graham Wood (senior international development di Bet365, Ndr) più di un anno fa: il gigante addormentato (l’ippica italiana) si sta finalmente risvegliando e intende contribuire a livello internazionale nell’affrontare le sfide che oggi toccano l’intero settore”.