Decreto galoppatoi, Forza Italia: 'Prorogare tempi di adeguamento'
Il deputato Pietro Pittalis e il consigliere regionale sardo Giuseppe Talanas (Forza Italia) evidenziano che l’applicazione del decreto legge bloccherebbe molte manifestazioni ippiche.
Scritto da Fm
S'Ardia di Sedilo © Cristiano Cani /Flickr
“C’è molta preoccupazione nelle comunità di un vasto territorio della nostra isola che rischiano di perdere radicate tradizioni che legano tra di loro il mondo della cultura equestre con quello profondo e universalmente sentito dei riti religiosi. È necessario individuare una linea politico-burocratica che salvaguardi le condivisibili esigenze di sicurezza con quelle della tutela di valori imprescindibili della nostra essenza identitaria”.
Lo chiedono il deputato Pietro Pittalis e il consigliere regionale sardo Giuseppe Talanas, entrambi di Forza Italia, a proposito del decreto ministeriale dell’8 gennaio scorso (pubblicato in Gazzetta ufficiale il 10 marzo) che definisce nuove misure per "sicurezza, salute e benessere per gli atleti, i cavalli atleti e per il pubblico" in occasone di palii e manifestazioni popolari, al di fuori di impianti o percorsi autorizzati ed impone l’omologazione dei galoppatoi comunali.
Norme già oggetto di un'interrogazione presentata alla Camera proprio da Pittalis e rivolta al ministro dello Sport Andrea Abodi, per chiedere “quali iniziative intenda assumere il Ministro al fine di trovare un punto di incontro per permettere alle manifestazioni storiche come l'Ardia (antica corsa che si tiene a Sedilo, paesino dell'oristanese in Sardegna, il 6 e 7 luglio di ogni anno, Ndr) di svolgersi rispettando la tradizione garantendo contestualmente la sicurezza sia delle persone che degli animali coinvolti”.
Nella loro nota il deputato e il consigliere regionale sottolineano: “Se malauguratamente non venissero accolte le numerose e preoccupate richieste dal territorio di una proroga dei tempi di adeguamento delle strutture, l’applicazione del decreto legge in questione di fatto bloccherebbe la stragrande maggioranza delle manifestazioni della imminente stagione ippica 2025, con un grave danno, oltremodo difficilmente quantificabile, in quanto inciderebbe trasversalmente nelle comunità interessate, intaccando aspetti turistici e quindi economici, culturali, religiosi e identitari”.