La questione territoriale, in attesa del riordino nazionale del gioco fisico – ancora lungi da venire – è più viva che mai.
Lo dimostrano i casi che abbiamo messo al centro dello speciale del numero di luglio/agosto della rivista Gioco News (consultabile integralmente online a questo link).
Dopo l'intervista a Michele Malfer, consigliere del gruppo Campobase Trentino al consiglio provinciale di Trento, ecco quella al consigliere Dmitrij Palagi (Sinistra progetto comune), firmatario di unarisoluzione per il contrasto alla dipendenza da gioco d’azzardo e il rafforzamento delle politiche di prevenzione, approvata all’unanimità delle commissioni Politiche sociali e Sport del consiglio comunale di Firenze alla fine di maggio.
Ci potrebbe riassumere quali sono gli atti - interrogazioni etc - che in questi anni ha presentato in materia di gioco e qual è il suo obiettivo?
“Nella consiliatura in corso, iniziata da poco meno di un anno, abbiamo depositato una risoluzione relativa alla discussione parlamentare sulla pubblicità sul gioco d’azzardo durante le partite di calcio (per esprimere contrarietà al ritiro del divieto in essere). Da questo testo è partito un lavoro delle commissioni Politiche sociali e Sport del consiglio comunale di Firenze, con una serie di audizioni che hanno portato a un ulteriore atto, condiviso con tutti i gruppi presenti, sul contrasto al disturbo da gioco d’azzardo e le politiche di prevenzione. Come Sinistra progetto comune abbiamo in questi anni principalmente seguito l’impegno di chi ci ha preceduto (Firenze riparte a sinistra), che è stato particolarmente attento alle politiche locali su queste tematiche. Visto il lavoro degli scorsi mesi crediamo che sia giunto il momento di rilanciare, soprattutto sulla creazione di un coordinamento cittadino che coinvolga la Società della salute e tutti i soggetti attivi nel comparto del gioco. Il nostro obiettivo è quello di favorire comportamenti corretti, in tempi di forte crisi della società (economica, ma non solo). In questo momento è necessario che tutte le parti interessate non siano isolate in una vuota cornice di legalità, mentre i processi reali si consumano nell’indifferenza del dibattito pubblico. Grande attenzione la porremo anche sul tema degli spazi, perché sia possibile che si sviluppino forme di socialità che accompagnino quelle in cui legittimamente si fa profitto con pratiche consapevoli che possano anche affiancarsi al mercato, senza stare al suo interno. Pensiamo sia positivo che i luoghi ricreativi e culturali senza scopro di lucro si stiano interrogando sul tipo di giochi da consentire al proprio interno. In generale non crediamo che le azioni repressive o punitive di per sé possano risolvere i problemi che nascono spesso come conseguenze di problemi che la politica a fatica accetta di riconoscere. Attendiamo il voto in consiglio comunale della nostra risoluzione e di quella che è nata successivamente, per poi attivarci ulteriormente con proposte più specifiche.”
Come forse saprà, da tempo è in discussione il riordino nazionale del gioco fisico, per dare regole uniformi in tutta Italia ed evitare la disparità di regole fra un Comune e l'altro e fra una regione e l'altra. Lei è favorevole al varo di una legge nazionale che superi le norme locali?
“Sono convinto che un quadro nazionale chiaro e aggiornato possa essere utile, purché si riconosca la possibilità agli Enti Locali di agire in modo specifico sulla base delle diverse esigenze territoriali. La criminalità organizzata ha una grande capacità ad adattarsi ai tessuti produttivi e urbani delle diverse aree. Sarebbe davvero pericoloso ritrovarsi, come Comuni e Regioni, senza adeguati strumenti nel dover affrontare i processi quotidiani concreti che interessano i territori. Sarebbe curioso che il legislatore, mentre limita la fruibilità di alcuni luoghi pubblici e la libertà di manifestare, togliesse la possibilità di limitare alcune attività potenzialmente pericolose per fasce di popolazione specifiche. La stessa conoscenza del bisogno della cittadinanza passa dalla dimensione locale. Dal Parlamento deve quindi arrivare la capacità di dare un’indicazione unitaria, ma senza togliere poteri alle assemblee elettive di maggiore prossimità.”
Inoltre, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome si è espressa ufficialmente a favore della compartecipazione degli enti territoriali al gettito fiscale derivante dal gioco, da destinare alla sanità e al sociale. Cosa ne pensa?
“È una direzione pericolosa. Anche se può apparire una forzatura, invito a pensare al disastro che causa l’imposta di soggiorno sui bilanci pubblici: ci sono città, come Firenze, che rischiano di non essere più in grado di garantire i servizi essenziali per la residenza, se non dovessero diminuire significativamente i flussi turistici (per esempio nel trasporto pubblico locale, o nei servizi bibliotecari). La prevenzione sociale e sanitaria va garantita prescindendo da possibili vincoli causa-effetto. La dimensione delle politiche pubbliche deve seguire logiche che non necessariamente stanno dentro la dinamica domanda-offerta, provando ad agire in senso trasformativo e pertanto autonomo dal gettito fiscale di ambiti specifici. Negli ultimi decenni si è indebolita la fiscalità generale, la progressività prevista dall’articolo 53 della Costituzione e il valore della giustizia sociale come obiettivo generale. La proposta della compartecipazione mi pare vada nella direzione errata seguita negli ultimi decenni, in cui le finanze pubbliche sono diventate sempre più fragili, con gli Enti locali sempre meno capaci di avere bilanci autonomi rispetto a trasferimenti e finanziamenti specifici.”