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Ritorno alle origini: Tony Esposito e il disco per l’estate al casinò

24 maggio 2025 - 09:00

Tony Esposito ospite al Casino de la Vallée: proprio nella Casa da gioco valdostana, nel 1984, aveva vinto ‘Un disco per l'estate’ con Kalimba de luna.

 Foto Instagram

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Ci sono luoghi cui ciascuno di noi deve qualcosa, o molto, in quanto legati magari alla nascita di un amore, o di una grande amicizia. Per Tony Esposito, il “luogo” del cuore è certamente il Casino de la Vallée, dove è stato ospite nel periodo pasquale e protagonista di un evento musicale presentato da Barbara Castellani.
E ci racconta lui stesso il perché.

"L'inizio del mio grande successo commerciale è stato proprio al Casinò di Saint Vincent, con il quale continuo ad avere un rapporto bellissimo. Infatti, è lì che nel 1984 ho vinto Un disco per l’estate con Kalimba de Luna. E l'anno dopo ho fatto il bis, vincendo sempre Un disco per l’estate, e sempre al Casinò valdostano, con As to as."

Oltre quarant'anni dopo, le sue canzoni si cantano e ballano ancora, a cominciare proprio da Kalimba de Luna. Come spiega un successo così duraturo?
"Molto semplicemente. Kalimba de Luna è un evergreen, una canzone particolare che si rinnova di anno in anno e sempre moderna. È nata con un forte potere evocativo in quanto ricorda l’estate, i posti esotici, il suo colore non è degli anni Ottanta o Novanta, è fortemente basata sul ritmo e ha una grande forza. Io poi la riarrangio di anno in anno, con nuovi suoni e tecnologie, per renderla ancora più moderna alle orecchie più giovani."

Lei non è rimasto “fermo” a un successo, come capita ad altri artisti che restano ancorati al passato, ma ha continuato a fare musica. Come si è evoluta?
"Io nasco musicista e appassionato di jazz, perciò per me è molto importante il rapporto con altre culture e musicisti. Non sono come un cantautore tipico che ha il suo mondo: le mie collaborazioni sono tante e penso che sia lo stile del musicista, quello di incontrare e dialogare con altri artisti."

Parliamo allora un po' di alcuni degli artisti con i quali ha collaborato. Partendo da Franco Battiato: che ricordo professionale e soprattutto umano ha di lui?
"Con Franco ho portato avanti un'ottima collaborazione e un rapporto di amicizia già alla fine degli anni Settanta. Il suo percorso è stato importantissimo in quanto Franco ha saputo miscelare il grande successo commerciale con la ricerca mistica della cultura della musica. Umanamente, era una tra le persone più delicate e perbene che io abbia mai conosciuto e professionalmente era un artista a largo spettro che si è dedicato sia alla ricerca musicale orientale che al recupero di canzoni degli anni Sessanta che erano andate perse. È riuscito a spaziare tra tanti generi, mai adagiandosi sul successo ottenuto."

Vogliamo proseguire con Lucio Battisti e Pino Daniele? Che cosa ci può dire di loro?
"Posso dire che erano dei veri musicisti e che non possono essere definiti solo come cantautori: anche estrapolando i testi, le loro musiche sono molto belle e non si limitano a pochi accordi descrittivi. Il rapporto con Pino è durato trent'anni, è stato un vero sodalizio. Lui era un musicista valido, complesso ed erudito. Pure Battisti era un fine compositore, molto sensibile, le sue melodie fantastiche si sono adattate ai testi, anch'essi molto belli, di Mogol.”

Si dice spesso che i napoletani hanno il ritmo nel sangue e in effetti, vedendo quanti artisti ha sfornato la città partenopea, c'è da concordare. Lei che cosa ne pensa?
“Napoli ha subìto tante dominazioni esotiche, dai turchi agli spagnoli, per proseguire con gli arabi. Il senso del ritmo è tipico di tutte queste culture e Napoli l'ha assorbito. Poi. È una città di mare che ha avuto la possibilità di incontrare tante culture musicali. Questi sono i motivi perchè a Napoli c'è tanto colore esotico.”

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