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Stop Killing Videogames: il vicepresidente Ue Stefanuta invita all'azione

15 luglio 2025 - 11:40

Nicolae Stefanuta, uno dei vicepresidenti in carica del Parlamento Ue, invita all'azione esortando gli europei a firmare la petizione Stop Killing Games. Nel frattempo le firme superano gli 1,25 milioni.

Scritto da Dd
Nicolae Ștefănuță - Vicepresidente parlamento Ue, foto tratta dal profilo Instagram di Nicolae Ștefănuță

Nicolae Ștefănuță - Vicepresidente parlamento Ue, foto tratta dal profilo Instagram di Nicolae Ștefănuță

Anche il vicepresidente del Parlamento europeo Nicolae Stefanuta si esprime a sostegno dell'iniziativa che mira a obbligare gli editori che vendono o concedono in licenza videogiochi ai consumatori nell'Unione Europea (o funzionalità e risorse correlate vendute per i videogiochi da loro gestiti) a mantenere tali videogiochi in uno stato funzionale (giocabile).

La petizione, internazionale Stop Destroying Videogames presentata un anno fa in Commissione europea, e ancora attiva sulla piattaforma European Citizens Initiative (Ice), è stata lanciata proprio considerando inaccettabile la scelta di alcuni editori di spegnere i server rendendo alcuni titoli inaccessibili ai giocatori.

L’obiettivo era quello di raggiungere un milione di firme alla data di scadenza, prevista per il 31 luglio. La petizione ha superato gli 1,25 milioni di firme. Se saranno tutte convalidate porteranno la Commissione europea a valutare se sono necessarie nuove leggi per salvare i giochi online quando vengono interrotti.

E ora anche Nicolae Stefanuta, vicepresidente del Parlamento europeo, originario della Romania, dimostra il suo impegno attivo a sostegno del movimento sui social media. E, anche se questo non significa che questa petizione sia garantita per arrivare davanti al parlamento, aumenta le possibilità che ciò accada.

"Sono al fianco delle persone che hanno avviato questa iniziativa", scrive Ștefănuță in un post su Instagram. "Ho firmato e continuerò ad aiutarli. Un gioco, una volta venduto, appartiene al cliente, non all'azienda".

Secondo gli editori dei videogiochi il processo di conservazione dei giochi potrebbe comportare gravi costi di sviluppo, ma Ștefănuță ritiene che il consumatore dovrebbe venire prima di tutto e che il prodotto acquistato dovrebbe essere permanente.

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