Lo youtuber italiano Once Were Nerd, al secolo Francesco Salicini, sta affrontando un'indagine che potrebbe portare a possibili conseguenze penali, inclusa la reclusione fino a tre anni e persino la chiusura del suo canale YouTube.
A raccontarlo, nei giorni scorsi, è stato il noto periodico tecnologico Wired, secondo cui Salicini, noto per recensire console portatili Android utilizzate per l'emulazione di videogiochi retrò (come Snes, Nintendo 64, Psp e GameCube) ad aprile di quest'anno ha ricevuto la visita della Guardia di Finanza che gli ha sequestrato oltre 30 console portatili.
LA BASE DELLA DENUNCIA - Il caso è nato, stando a quanto riporta lo stesso Salicini, da una denuncia non ancora attribuita con certezza, anche se nei documenti visionati dal creator compaiono riferimenti a contenuti protetti di Nintendo e Sony. L'accusa, in sostanza, si basa sul fatto che alcuni dei dispositivi recensiti dallo youtuber contengono Rom (Read-only memory, ovvero memoria di sola lettura) precaricate, cioè copie digitali di giochi protetti da copyright. Sebbene dunque gli emulatori, in sé, non siano illegali, lo è il fatto che questi includano Rom pirata.
Così la GdF ha chiesto a Salicini di produrre copia della sua corrispondenza con i produttori delle console (come Anbernic e Powkiddy). Tra i potenziali reati contestati c'è la violazione dell’articolo 171 della legge italiana sul diritto d’autore, che riguarda la promozione di materiale pirata. Se queste violazioni saranno confermate Salicini rischia fino a 3 anni di carcere, oltre alla chiusura del suo canale YouTube.
Le console di cui parla spesso One Were Nerd di fatto sono in grado di riprodurre (o comunque diffondere) opere protette senza autorizzazione, mettendole a disposizione del pubblico tramite reti telematiche.
VAGHEZZA (ANCHE) NORMATIVA - Da una parte ci sono i produttori delle console, quasi sempre cinesi, che mettendole in vendita negli store online usano frasi ambigue come "compatibile con oltre 7.000 giochi", cercando di eludere le leggi occidentali. Dall'altro vi sono creato come Salicini, che oltre ad aver collaborato sin dall'inizio con le autorità, come lui stesso ha confermato, afferma anche di non aver mai promosso console illegali, ma di aver analizzato l’hardware in modo tecnico, come farebbe un recensore di smartphone o PC. Secondo lui, il focus è sempre stato sull’aspetto costruttivo, prestazionale e funzionale dei dispositivi, non sul contenuto software (cioè le Rom pirata spesso preinstallate).
Al momento l'indagine è ancora in corso. Non è stata formulata nessuna accusa formale, ma tutto dipenderà dall’esito delle verifiche.