A prescindere da ogni altro argomento in merito al futuro della gestione del Casinò di Saint Vincent e del collegato complesso alberghiero, mi pare che il primo elemento di confronto sia quello di valutare la differenza possibile tra una tipologia e l’altra che gli studi al riguardo hanno consigliato: la continuità dell’attuale o la concessione al privato.
La prima differenza da valutare è quella relativa al risultato di bilancio in quanto destinazione. In un caso l’utile spetta al concedente in quanto azionista di riferimento, nel secondo al concessionario privato gestore.
Ne consegue che nel primo caso il concedente riceve dalla gestione pubblica una percentuale sui proventi come individuati dal disciplinare e l’utile da destinare nel modo che verrà individuato il sede di approvazione di bilancio, nel secondo si tratterà di stabilire il quantum che il nuovo gestore sarà tenuto a versare all'amministrazione regionale a titolo di tassa di concessione. Probabilmente a titolo provvisorio da verificare dopo un tempo statuito dal contratto.
Ecco dunque che si presenta il dover affrontare il confronto, dal punto di vista economico, tra le due soluzioni in argomento. Non sarà una questione di poco momento e lo penso nel modo più completo per gli interessi diversi da quelli economici e che potremmo addossare alle problematiche politiche, non tanto per le posizioni di vertice quanto per le rimanenti.
Una prima difficoltà. Ne consegue la valutazione degli investimenti che il futuro gestore si impegna a realizzare, in quanto tempo ed altro ancora. Chiaramente non si potrà negare la valorizzazione del rischio di impresa che passa a carico del nuovo gestore, della durata della concessione e di altre eventuali clausole di natura direttamente economica.
Se da un lato il gestore pubblico non può sbilanciarsi oltre il consentito negli investimenti, nella promozione del gioco e non può dimenticare la prudenza di fronte al rischio di impresa, dall’altro non può pretendersi che il privato lo faccia se non nell’aspettativa di un probabile maggiore o migliore ritorno.
Quindi, senza pretendere di effettuare voli pindarici ma rimanendo con i piedi per terra, il presumere una non tanto unica perché sarebbe impossibile, ma una risposta abbastanza similare all’interrogativo di quale soluzione approvare, la problematica maggiormente ricca di interrogativi potrebbe consistere nella dimostrazione, per quanto possibile in una impresa come quella in discorso, della convenienza economica della proprietà.
Sicuramente dobbiamo rammentare che il tempo a disposizione non dovrebbe mancare, che la valutazione dei risultati di gestione nel tempo intermedio saranno a completa disposizione per una valutazione complessiva sia sui ricavi sia sui costi della produzione con un espresso riferimento al mercato e alle relative quote.
Forse c’è chi si domanderà perché affermo che il tempo non manca, la motivazione la trovo nelle iniziative che lasciano presumere un piano industriale per il prossimo futuro in attesa degli eventi. Un piano industriale che, a mio parere, potrebbe non essere condiviso dall’eventuale subentrante nella gestione.
Mi sono espresso esclusivamente per ciò che riguarda la casa da gioco, invece, per il complesso alberghiero che ritengo un punto di forza, non mi sento di intervenire per mancanza di conoscenza della materia specifica.