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Il futuro dei casinò e il 'peso' della concorrenza

15 luglio 2025 - 11:42

L'esperto di casinò Mauro Natta si interroga sul futuro delle case da gioco, fra turismo, concorrenza e nuovi giocatori.

Scritto da Mauro Natta
 ©  Piret Ilver / Unsplash

© Piret Ilver / Unsplash

“Quindi credo che il dato macroeconomico ci faccia capire che la crescita del gioco non è influenzata dai flussi turistici ma dal Pil” così si è espresso il dottor Caronia, direttore generale del Casinò di San Marino, in un'intervista a GiocoNews.

Non posso che condividerne la conclusione a seguito di una attenta valutazione del mercato nazionale e non solo; aggiungo una considerazione non solo mia.

Il prodotto interno lordo indica, a ben vedere e considerare, lo stato di salute delle regioni che confinano con quella ove ha sede la casa da gioco, ne consegue in forma inoppugnabile il dovere di prestare interesse al bacino di utenza.

Soffermandomi su quest’ultimo argomento non posso fare a meno di citare come le spese complessive di trasferimento possano incidere su scelte che, in ultima analisi, vanno a favorire la concorrenza: l’online.

La ricerca di frequentatori di qualità per il loro contributo all’incremento dei proventi impone di por mente al costo dei servizi offerti a tutta la clientela riflettendo sul ritorno in quanto non deve trattarsi di costo ma di investimento.

Spesso, anche troppo, mi ripeto sulla necessità, a mio avviso, di adeguare l’offerta alla domanda, di promuovere tra il personale di gioco la multifunzionalità alimentata da un corso continuo di aggiornamento tale da poter acquisire la professionalità che il giocatore annovera come qualità essenziale e primaria.

Corrisponde al vero che l’offerta non può essere incrementata solo col gioco ma si rendono sempre più indispensabili manifestazioni ed eventi collaterali ma, al tempo stesso, mirati alla produzione.

Ritornando alla concorrenza non ci si deve fermare al gioco online ma, ampliandoci al non troppo recente passato, credo si debba rammentare ciò che l’apertura della sede di Ca’ Noghera del Casinò di Venezia ha dimostrato in fatto di concorrenza che prima esisteva evidentemente con l’estero ma a favore. Non si potrebbe omettere la difficoltà per raggiungere agevolmente il sito per giocare e il ritorno di quanti, sia per le spese di trasferimento sia per la scomodità, magari residenti nel medesimo bacino di utenza, non frequentavano Ca’ Noghera e non è una ipotesi campata per aria.

Chiaramente sarebbe una vera dimenticanza o una considerazione su fatti non ancora definiti non metter in campo il clima di incertezza che regna in campo economico. Temporaneamente se ne può ammetterne l’esistenza e attendere l’evoluzione finanziaria di un Paese produttore, in prevalenza, di beni.

A questo punto mi sorge il desiderio di provare ad immergermi nel possibile futuro dei casinò che, al momento, mi pare possano essere due.

Il futuro prossimo potrebbe essere portatore di ulteriori difficoltà economiche, una diminuzione del prodotto interno lordo, una maggiore inflazione che si accompagna necessariamente ad inferiori possibilità di spesa.

Ma se quanto ipotizzato dovesse verificarsi potremmo constatare una minor frequentazione delle case da gioco, un evento limitato nei numeri e nelle presenze al gioco in generale e al casinò in particolare.

Allora si prospetta l'eventualità che il gioco di qualità, i giocatori che un tempo si individuavano come Vip, siano numericamente ridotti. Ma è anche possibile che l’occasione dei flussi turistici di altri Paesi diverrebbe oggetto di presenze nei casinò perché al turismo si affiancherebbe il gioco senza che quest’ultimo costituisca il motivo esclusivo di quanto accade.

Oppure, trovando se possibile, una soluzione all’ipotizzata abbastanza grave situazione, si vedrebbe realizzato quanto al momento è mi lecito prevedere quale conseguenza logica che dal gioco ci si deve attendere una evoluzione ragionata non tanto sulle opportunità del turismo quanto sulle reali disponibilità economiche.

Rileggendo lo scritto mi posso anche rendere conto di avere, forse, esagerato nell’ipotizzare il prossimo futuro nella attuale situazione di incertezza. Momentaneamente non mi riesce di utilizzare la fantasia che, in alcuni casi, ha concluso che avevo visto e/o previsto correttamente; però i tempi erano diversi, meno oscuri e difficili da interpretare.

Probabilmente l’età mi porta ad una visione più insicura e dubbiosa del futuro, forse non riesco più a calcolare, non lo si può escludere ma non si potrebbe nascondere la situazione attuale ed il futuro preventivabile nella sincera speranza che non si avveri.

Per completezza di narrazione, stante l’accenno a Ca’ Noghera, espongo alcuni dati che si riferiscono al Casinò di Venezia prima e dopo l’apertura della seconda sede, Lido escluso.

1998: totale introiti 78.305.421, slot 38.252.189, quota mercato 20,81 percento, presenze 598.765; 2002: totale introiti 172.835.104, slot 105.896.435, quota mercato 32,45 percento, presenze 993.067. È agevole evincere come il confronto tra totale introiti e presenze nel 2002 evidenzi un notevole miglioramento sul 1998, infatti Ca’ Noghera è stata inaugurata nell’agosto del 1999.

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