Il Casinò di Venezia, vittima silenziosa di una vicenda giudiziaria che scuote la città, al momento resta escluso dal processo che potrebbe sancire la responsabilità di chi ha danneggiato l'ente e altre istituzioni.
La notizia di oggi, 16 maggio, è che l’udienza preliminare per il patteggiamento dell’ex assessore ai Trasporti, Renato Boraso (arrestato nel luglio scorso), si è aperta e subito è stata rinviata all’11 luglio, accogliendo la richiesta del suo legale. Una decisione presa dal Gup del tribunale di Venezia, Carlotta Franceschetti.
Nel procedimento, che vede coinvolti imprenditori come Fabrizio Ormenese e Daniele Brichese, entrambi concordi nel patteggiamento con i pubblici ministeri, il Casinò di Venezia figura tra gli enti danneggiati, dopo che anche il direttore generale della casa da gioco, Alessandro Cattarossi, è stato iscritto nel registro dei 34 indagati che comprende anche l'attuale sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.
Boraso ha concordato una pena di 3 anni e 10 mesi, con l’impegno di restituire 400 mila euro, una cifra che, al momento, non è nelle sue disponibilità, ma che potrebbe reperire attraverso la vendita di proprietà immobiliari (questo il motivo per cui la sua difesa ha chiesto ulterior tempo). Ormenese e Brichese hanno invece accettato pene rispettivamente di due anni e nove mesi e tre anni e dieci mesi, con restituzioni economiche inferiori.
Intanto, il sindacato Cgil ha visto respinta la sua richiesta di partecipazione al processo per difendere gli interessi delle persone e aziende colpite, tra cui la Città Metropolitana, il Comune di Venezia, l’azienda del trasporto pubblico Actv, Avm e proprio il Casinò.
L’attenzione ora si sposta sui prossimi sviluppi: nei prossimi giorni si attende la convocazione degli ulteriori 34 indagati, tra cui, come detto, il sindaco Luigi Brugnaro, con un’udienza prevista entro l’estate.