La frequente consultazione del mercato dell’azzardo, con particolare attenzione per il trend delle case da gioco italiane, mi ha portato a considerare, ancora una volta, la situazione del Casinò di Campione d’Italia dopo la riapertura nel gennaio del 2022.
La reazione immediata è la considerevole differenza tra il prima e il dopo che, a prima impressione lascia rilevare, a parte la diminuzione degli introiti totali una certa incidenza delle slot nel contesto e la diminuzione delle presenze senza omettere, nel prima, le quote di mercato.
Nell’ultimo confronto tra il 2023 e il 2024 è stato riscontrato un dato statistico che, spesso e volentieri rilevo ma con la differenza che mi impone di ravvisare detto risultato separando i proventi slot da quelli dei giochi da tavolo e, se possibile, per ogni singolo di questi.
Pur nella consapevolezza della rilevanza preminentemente statistica, per una indicazione meno importante ma causa di qualche valutazione sulla qualità, ritengo possa essere considerata utile in argomento domanda e offerta di gioco in una visione dell’adeguamento ragionato della seconda alla prima.
Ed allora eccomi a pensare a quello che potrebbe mancare e che si potrebbe procurare, alla concorrenza che dal luglio 2018 a gennaio 2022 ha potuto operare in un regime privilegiato, probabilmente Mendrisio di più e Lugano meno, usufruendo di un bacino di utenza che, in precedenza, era condiviso e non conosco esattamente in quale misura ma certamente con Campione.
Sicuramente non manca lo spazio da destinare a rendere più attrattivo il Casinò, ma non può mancare la domanda: sulla scorta del trend della domanda e dell’offerta cosa di potrebbe, scusate la definizione ‘inventare’ per poter nutrire la speranza di un importante miglioramento senza ignorare il momento di incertezza che stiamo attraversando ed un futuro prossimo che potrebbe rendere difficile ed insicuro l’investimento in ottica ritorno?
Riprendo dallo spazio andando a ricordare che la frequentazione delle case da gioco parrebbe indirizzata alla qualità piuttosto che alla quantità, che dalla qualità ci si può attendere un soddisfacente riscontro, che la quantità ha nel gioco online e nei costi la maggiore occasione di concorrenza. A mio avviso rimangono da individuare gli spazi da dedicare a manifestazioni ed eventi mirati. Una certa attenzione potrebbe dedicarsi con profitto alla ricerca di seri e veramente nuovi prodotti tali da poter creare quel risveglio di curiosità che risiede in ogni giocatore che cerca la sfida con la Casa e/o contro un giocatore suo pari come accadeva qualche tempo or sono con le gare di chemin de fer.
Di seguito espongo, come fatto in una recente occasione, relativamente al Casinò di Campione d’Italia, introiti totali, introiti slot e quota di mercato dal 2007 al 2017.
2007: 113.364.979, 72.401.868, 22,02%
2008: 121.061.245, 77.163.223, 24,47%
2009: 117.928.448, 73.504.491, 25,63%
2010: 113.517.190, 73.038.072, 25,65%
2011: 108.900.116, 70.292.591
2012: 90.775.912, 60.770.021, 27,33%
2013: 90.206.877, 29,26%
2014: 90.568.463, 60.780.815, 30,50%
2015: 95.037.361, 64.798.346, 31,89%
2016: 92.823.586, 66.383.525, 31,71%
2017: 91.150.277, 64.145.136, 32,11%.
Ritengo di non aver necessità di altri elementi per significare il momento di assumere delle iniziative mirate all’incremento della produzione, della professionalità che non è mai mancata in passato, della cura dei servizi alla clientela con un occhio di riguardo all’investimento e al costo relativo alla futura possibile e ragionata produttività.
In buona sostanza se la volontà è quella di incrementare l’occupazione diretta e dell’indotto, di permettere, tramite la Casa da gioco, la prosecuzione di quanto preventivato per la cittadina e per i residenti, la via che si potrebbe ritenere valida e controllabile consiste nel battere la concorrenza.
Ed ancora, forse di più, rivolgersi alla domanda di un tempo intesa come qualità pronta, come una volta, a premiare le caratteristiche che permettevano di individuare il Casinò di Campione di produrre i risultati precedentemente evidenziati.