Mi rattrista particolarmente e, allo stesso tempo, mi stupisce che, come leggo nell’articolo su gioconews in data 30 maggio, che “Non partecipa al bando (concessione gioco online) neanche il Casinò di Saint Vincent. In questo caso (per distinguersi da quello di Campione) aveva esercitato l’attività online come skin e dunque non aveva neanche in passato una concessione,” aggiungo in proprio.
“La riforma del gioco online ha decretato lo stop alle skin, visto che per un concessionario è previsto un solo sito di riferimento senza affiliati, oltre ad una app per ogni tipologia di gioco”.
Devo ammettere che non è la mia partita ma, se ho ben compreso, il Casinò di Saint Vincent rinuncia ad avere nella propria offerta il gioco online. Un gioco che negli ultimi tempi ha dimostrato un notevole incremento, in particolare per quelli da casinò.
A questo punto trovo normale pormi alcune domande: la prima è per quale motivo sia stata fatta una tale scelta operativa che, in ogni caso poteva costituire un elemento migliorativo della situazione al momento dell’eventuale concessione al privato; la seconda è che, forse, quella accennata potrebbe restare una probabilità solo sulla carta e con questa scelta si potrebbe influenzare il futuro gestionale, non so prevedere quanto prossimo.
È possibile che il piano industriale per i prossimi anni sia stato predisposto senza la presenza del gioco online; mi permetto di trovare sorprendente una tale soluzione anche alla luce di quanto ho potuto leggere nella stessa data in merito al Casinò di San Marino dove si può giocare anche online.
Non sono molte le notizie in ordine all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2024, posso rilevare un valore della produzione di 32 milioni, un utile netto di 9,5 milioni al lordo delle imposte e versamenti al concedente, lo Stato, per 23 milioni imposte comprese.
Risulta, da quanto letto, che Sanremo e Venezia hanno deliberato di rinnovare le rispettive licenze per l’online e mi riesce difficile comprendere la scelta della gestione del Casinò di Saint Vincent. Anche ponendo mente alla difficoltà per raggiungere la cittadina (ferrovia e tunnel) e tenuto conto delle presenze alla Sala Diamond, per il 2024 in 212.388 e non conosco il numero delle nuove, neppure quelle del Casinò de la Vallèe che immagino molte di più. Mi è oltremodo difficile comprendere e/o ricercare altra motivazione a fronte di un impegno economico di circa 7 milioni di euro, una tantum per sette anni.
Potrebbe forse il piano industriale rivolgersi alla clientela di qualità stante il disinteresse per l’online che, a mio avviso, poteva trattenere clienti di tutte le tipologie presenti e verificabili dalla documentazione relativa al bacino di utenza.
Se anche fosse questo fosse l’indirizzo produttivo non comprendo come si possa rinunciare al gioco online praticato da clienti occasionali del casinò terrestre che, tra l’altro, se dal vivo possono vedere impiegati che già conoscono e hanno potuto sperimentare per la loro professionalità.