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Eurispes: 'Videogame, attenzione a comportamenti compulsivi'

14 agosto 2025 - 12:58

L'Eurispes pubblica report sul rapporto delle persone con il digitale e punta l'attenzione anche sull'uso compulsivo dei videogame.

Scritto da Redazione
© Beatriz Pérez Moya / Unsplash

© Beatriz Pérez Moya / Unsplash

C'è un passaggio anche sui videogame nel report “Il rapporto delle persone con il digitale, luci ed ombre di un fenomeno sociale”, elaborato dall'Eurispes.

Tale report mette in luce le sfide e le opportunità che il Paese affronta in questo ambito. Il Programma per il decennio digitale 2030 dell'Unione europea, che mira a creare una società digitale equa e inclusiva, è al centro di questa trasformazione. Il report sottolinea la necessità di un approccio equilibrato alla digitalizzazione, che metta al centro la persona e favorisca un uso critico e consapevole delle tecnologie digitali. La sfida per l’Italia è trasformare l'accesso digitale in un'opportunità di crescita inclusiva e sostenibile per tutti i cittadini.

Ed ecco il passaggio dedicato alla dipendenza digitale e ai videogame: “Secondo l’Istituto superiore di sanità, oltre il 32 percento degli adolescenti italiani tra i 14 e i 19 anni mostra segnali di dipendenza da smartphone, manifestando crisi d’astinenza, irritabilità quando sono offline, isolamento sociale e un calo del rendimento scolastico. Ma il fenomeno non si limita ai giovani: anche gli adulti, spesso invisibili nelle statistiche, vivono forme silenziose di dipendenza legate al lavoro (e-mail, chat professionali), allo shopping compulsivo o alla fruizione continua di contenuti video.

L’Oms ha ufficialmente riconosciuto il 'gaming disorder' come un disturbo comportamentale legato all’uso patologico dei videogiochi. Ma i confini tra videogioco, social network e contenuti interattivi sono diventati sempre più sfumati, e la logica della ricompensa immediata è presente in tutte le principali piattaforme digitali. Ma la vera insidiosità della dipendenza digitale è la sua normalizzazione sociale: poiché il comportamento compulsivo coinvolge tecnologie 'necessarie' per la vita quotidiana, è spesso giustificato, sottovalutato o addirittura incoraggiato”.

 

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