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Relazione Dia 2024: infiltrazioni criminali nel gioco all’1%

27 maggio 2025 - 13:23

Presentata al Senato la relazione 2024 sull’attività della Direzione nazionale antimafia: provvedimenti interdittivi su scala nazionale nei giochi all’1%.

Scritto da Ca
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Oggi le mafie sfruttano sempre più le tecnologie digitali, quali le piattaforme criptate di comunicazione, la crittografia dei dati, i servizi cloud, le criptovalute e il gaming online. In estrema sintesi, questo rappresenta il succo della relazione sull’attività investigativa del 2024 della Direzione nazionale antimafia, presentata dal generale Michele Carbone oggi a Roma. Tuttavia, leggendo i dati della presentazione tenutasi a Palazzo Grazioli, i numeri relativi alle operazioni territoriali e all’evoluzione delle strategie di contrasto alle attività della criminalità organizzata evidenziano realtà da non sottovalutare, anche se sembrano confermare la bontà del framework del gioco legale: il settore dei giochi e delle scommesse risulta vulnerabile per l’1% alle infiltrazioni mafiose.

Al Senato, a presenziare la presentazione e ad introdurre e commentare i lavori, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

I numeri non sembrano essere di allarme rosso, considerando che i provvedimenti antimafia su scala nazionale, suddivisi per settori economici, mostrano il settore immobiliare con un spaventoso 38% di infiltrazioni mafiose, seguito da un comunque sostanzioso 14% nelle zootecnie, 10% nei trasporti, 9% sulla somministrazione alimentare, 7% nel commercio di prodotti generici e nelle consulenze e servizi, e infine, 6% sui rifiuti e servizi ambientali. Addirittura, si registra il 3% di infiltrazioni nei servizi funebri e il 2% nel turismo e nelle attività ricettive, nonché negli idrocarburi.

La relazione conferma la presenza di infiltrazioni criminali anche nel settore dei giochi, online, delle scommesse illegali e nella distribuzione degli apparecchi in diverse regioni, ma il dato nazionale appare da solo con una percentuale irrisoria, considerando anche il considerevole fatturato del gioco legale, che da anni si colloca tra i top five dei settori economici nazionali. Discorso diverso per il gioco illegale, che va combattuto e che, per sua natura, sfugge al controllo della legalità.

“La presente edizione della Relazione sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia — ha introdotto Carbone — per la prima volta condensa i dati e le informazioni relativi tanto al primo quanto al secondo semestre dell’annualità di riferimento, nella fattispecie il 2024, che rappresenta anche l’ultimo esercizio chiuso. Si tratta di una assoluta novità, se si considera che fino ad ora il documento veniva pubblicato a distanza di un anno e anche più dallo spirare del periodo in rilievo, costituito, per giunta, da un unico semestre. La significativa riduzione di questo gap temporale consente di disporre di un resoconto “ravvicinato” e relativo a un arco diacronico più significativo, a tutto beneficio dell’Autorità politica, magistratuale, prefettizia e degli altri stakeholder istituzionali, oltre che dei media, che dalla Relazione attingono per le rispettive finalità.

Nel solco delle innovazioni introdotte con le più recenti versioni, anche la struttura dell’odierna Relazione è stata snellita e impostata sulle matrici mafiose, perché, atteso che i clan hanno infiltrato i contesti economici, anche fuori dalle Regioni di origine, non si può guardare alla delinquenza organizzata solo volgendo lo sguardo verso i territori del Sud Italia. Sarebbe ormai desueto parlare ancora, ad esempio, di sodalizi in Calabria, in Sicilia o in Campania in quanto bisogna più che mai abituarsi a considerare appunto le matrici mafiose della ‘ndrangheta, di Cosa Nostra o della camorra, al di là dei confini locali, non trascurandone altresì la proiezione internazionale. L’intento è dunque quello di descrivere l’operatività delle conventicole mafiose nel loro complesso declinandone poi le presenze a livello territoriale, lo specifico modus operandi adottato nei vari contesti d’area, dando risalto alla descrizione delle azioni di contrasto di tutte le componenti del sistema antimafia”.

 

Gli approfondimenti regionali

 

Provincia di Potenza


Nel centro di Potenza risulterebbe operativa l’associazione mafiosa dei Martorano-Stefanutti, in collegamento con il clan Grande Aracri di Cutro (KR), che ha esteso nel tempo i propri interessi oltre che in Basilicata anche in Emilia Romagna, soprattutto nel campo dell’installazione e della gestione di slot machines, nel traffico delle stupefacenti e delle armi da fuoco, nelle attività estorsive e di recupero crediti verso imprenditori vittime di usura e, ancora, nel settore eolico.


Provincia di Napoli


L’interesse del clan Di Lauro per l’acquisizione di attività legali sarebbe stato in ultimo acclarato dall’ operazione conclusa dai Carabinieri il 29 gennaio 2024 dove, di fronte al diniego dell’imprenditore, gli indagati gli avrebbero imposto il pagamento di 70 mila euro a titolo estorsivo e l’istallazione di una sala slot all’interno del locale commerciale.


Provincia di Reggio Calabria


Il 30 gennaio 2024, la Guardia di finanza ha eseguito la confisca dei beni di un imprenditore operante nel settore dei giochi e delle scommesse on-line con contestuale applicazione della misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora abituale per la durata di 2 anni e 6 mesi. Lo spessore criminale del proposto era emerso nell’ambito dell’operazione “Galassia” che aveva evidenziato l’interesse delle cosche Tegano, Franco, De Stefano, Piromalli, Pesce e Bellocco nel settore de quo, nonché il ruolo determinante ricoperto dall’imprenditore, dominus di una società con sede legale a Malta, ma di fatto operante in Italia attraverso una stabile organizzazione costituita da diversi punti commerciali. Con l’ultima misura ablativa è stato sottoposto a confisca l’intero compendio aziendale di 3 società operanti nel settore dei giochi e delle scommesse on-line, 2 Trust costituiti a Malta comprensivi dei rispettivi portafogli finanziari, nonché rapporti bancari, finanziari, assicurativi e relative disponibilità, per un valore complessivamente stimato in circa 400 milioni di euro.
Nel mandamento tirrenico, le cosche presenti continuano a esprimere una spiccata vocazione imprenditoriale. Con riferimento all’operazione “Tre Croci-Cavalli di Gioia” – all’esito della quale la Guardia di finanza a ottobre 2022 aveva dato esecuzione a Gioia Tauro (RC) e nelle province di Vibo Valentia, Bari, Napoli, Roma, Terni, Vicenza, Milano e Novara ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 36 persone coinvolte in un traffico internazionale di stupefacenti dal sud America aggravato dalla finalità di agevolare la ‘ndrangheta – il 3 dicembre 2024, nel conseguente processo in rito abbreviato, il GUP del Tribunale di Reggio Calabria ha condannato 25 soggetti comminando quasi 240 anni di reclusione complessiva. Nel comprensorio di Rosarno si continuerebbero a registrare le ingerenze delle ‘ndrine Pesce e Bellocco, particolarmente attive nell’infiltrazione dell’economia locale, nei diversi traffici illeciti (specie in ambito portuale), nelle estorsioni, nell’usura e nella gestione dei giochi e delle scommesse.


Provincia di Avellino


Nella Valle Caudina l’organizzazione criminale dominate resta il clan Pagnozzi che mantiene il proprio centro di interessi nei Comuni di San Martino Valle Caudina, suo paese di origine, e Cervinara, ma che estende la propria influenza criminale nei limitrofi Comuni della provincia di Benevento ed anche nel Lazio. Gli interessi illeciti perseguiti riguarderebbero le estorsioni, il traffico e lo spaccio di stupefacenti ed il settore dei giochi e scommesse, quest’ultimo mediante la distribuzione delle slot machines nei bar, nelle sale giochi e nelle ricevitorie. L’attuale operatività del clan emergerebbe da talune recenti attività di contrasto che lo hanno interessato nell’ambito della provincia di Benevento a cui si rinvia per ulteriori approfondimenti.


Emilia Romagna


Con riferimento alle organizzazioni criminali straniere, risulterebbe la presenza di gruppi più o meno strutturati di soggetti originari del Pakistan, Nigeria, Albania, Cina e del Maghreb, ognuno con uno spazio di azione tale da non porsi in conflitto con altri nell’attuale panorama delinquenziale. Nello specifico, gruppi illegali cinesi opererebbero per lo più nel riciclaggio di denaro, nel traffico di merci contraffatte e nella gestione del gioco illecito, mentre narcotrafficanti albanesi e nigeriani nel mercato degli stupefacenti.


Lazio


Le operazioni di polizia giudiziaria, i provvedimenti interdittivi antimafia e, in generale, le attività di contrasto svolte nel periodo in esame hanno confermato che tra i settori economici maggiormente esposti al rischio di infiltrazione mafiosa figurano l’edilizia, il gioco d’azzardo e le scommesse online, il commercio di prodotti petroliferi, la compravendita di rame e piombo, l’uso delle criptovalute e dei virtual asset, lo smaltimento dei rifiuti e i reinvestimenti in beni immobili e di lusso.


Roma città metropolitana


Il 15 febbraio 2024, la Polizia di Stato ha eseguito, nelle province di Roma e Latina, un provvedimento di sequestro di beni nei confronti di 3 soggetti ritenuti promotori e organizzatori di un’associazione, attiva sin dal 2012 nel territorio di Roma sud e nei Comuni di Pomezia, Torvaianica, Ardea, Anzio, Nettuno e Aprilia (LT), dedita alla cessione, al dettaglio e all’ingrosso, di cocaina, hashish e marijuana. Il provvedimento ablatorio ha riguardato beni e assetti societari per un valore complessivo di 4,5 milioni di euro, tra cui immobili e società. Sulla base delle approfondite investigazioni economico patrimoniali, il Tribunale ha ritenuto sussistenti gli elementi per qualificare i proposti come soggetti socialmente pericolosi, avendo reinvestito ingenti capitali di provenienza illecita nell’esercizio di sale gioco e scommesse in Comuni a sud della Capitale, in una rivendita di veicoli a Roma e nell’acquisizione di proprietà mobiliari, immobiliari e polizze assicurative.

Il 9 febbraio 2024, la DIA in collaborazione con Polizia di Stato e Arma dei carabinieri, ha dato esecuzione a un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 3 persone ritenute responsabili dell’omicidio di un pregiudicato, legato agli ambienti del traffico di stupefacenti, avvenuto a Roma davanti a una scuola in zona Magliana nel gennaio del 2019, presumibilmente a seguito di contrasti i ns orti per questioni economiche di elevato importo. Come riportato nel decreto, gli elementi raccolti “non lasciano alcun dubbio sulla sussistenza del metodo mafioso che ha caratterizzato l’esecuzione dell’omicidio [ …] la vittima era, come è pacificamente emerso nel corso delle indagini, persona con un rilevante peso criminale nel quartiere della Magliana ed aveva interessi nel campo degli stupefacenti, nel settore delle scommesse clandestine e nell’usura […] Appare del tutto chiaro come nell’ambiente della Magliana e non solo, l’uccisione di una figura di rilievo […] per le modalità clamorose con le quali è stato realizzato sia univocamente evocativa della tipica forza di intimidazione dell’agire mafioso. Sotto tale profilo le modalità dell’azione diventano funzionali a dimostrare ai consociati il controllo delle attività illecite”.

Il 4 giugno 2024, a Roma e nelle province di Napoli, Foggia e Viterbo, i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 28 soggetti appartenenti a un’organizzazione criminale con la disponibilità di armi, dedita al narcotraffico internazionale, il cui ruolo apicale era attribuito a un pregiudicato già esponente di spicco della banda della Magliana. La maggior parte degli indagati, già noti alle Forze dell’Ordine per pregresse ipotesi di reato, risultava ricoprire cariche o avere partecipazioni all’interno di numerose società attive in diversi settori commerciali quali quelli dell’edilizia, della gestione della raccolta di scommesse, vendita di autoveicoli, commercio di prodotti petroliferi e ristorazione.

Provincia di Genova
 

Il 6 marzo 2024, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 9 soggetti facenti parte di due distinte associazioni per delinquere operanti a Genova e finalizzate all’esercizio abusivo di scommesse.

Città metropolitana di Bari


Il clan Capriati è radicato nel Borgo Antico della città e per tramite dei suoi referenti/reggenti è fortemente ramificato anche nei quartieri di Fesca e San Cataldo, nonché in molti comuni della città metropolitana e alcuni della provincia BAT, a seguito di una “politica espansionistica” seguita negli ultimi anni dai suoi capi. È dedito prioritariamente al traffico di stupefacenti, alle estorsioni e al gioco d’azzardo. Il 1° aprile 2024, in località Torre a Mare (BA) è stato ucciso uno degli elementi di spicco del clan che, scarcerato da pochi mesi dopo una lunga detenzione, avrebbe ripreso la conduzione degli affari della consorteria criminale.

Il clan Parisi-Palermiti, sempre ben saldo nella sua roccaforte originaria del quartiere Japigia, si caratterizza per la sua struttura piramidale, con i suoi capi storici che, nonostante la detenzione, riescono a mantenere le redini del sodalizio e che, per tramite di suoi gruppi subordinati, opera anche nei quartieri Madonnella e Carrassi ed in altri comuni della città metropolitana. Le attività delittuose del clan Parisi-Palermiti spaziano dalle estorsioni all’usura, dal traffico di stupefacenti al contrabbando di gasolio, dal riciclaggio alla gestione del gioco d’azzardo per arrivare anche allo scambio elettorale politico mafioso. Durante il periodo in esame diverse operazioni di polizia hanno contribuito a delinearne la struttura, il territorio di influenza, le attività criminali e gli ambiti istituzionali e dell’economia legale dove tende ad infiltrarsi, in particolare nel settore dell’autotrasporto di merci per conto terzi.

Il clan Strisciuglio (o clan della luna) è al momento tra i più attivi e conta su un numero elevato di affiliati nell’ambito della criminalità organizzata barese, con i suoi capi storici saldamente al comando nonostante da anni reclusi in carcere. Per il tramite di suoi fedelissimi, il clan è di fatto egemone in molti quartieri e zone della città e del suo hinterland, segnatamente nel Borgo Antico, San Girolamo (in questi quartieri in contrasto con il clan Capriati), Carbonara, Carbonara 2, Ceglie del Campo, Libertà, Stanic, San Paolo, Palese, Santo Spirito-Catino-San Pio ed inoltre, per tramite del gruppo Campanale, con influenza sui quartieri Fesca e San Cataldo. Il grado di autonomia tra i vari gruppi è frutto anche di frequenti tensioni interne. Gli interessi criminali del clan sono molteplici e partono dal traffico e spaccio di droga, per estendersi alle estorsioni, all’usura, al riciclaggio, al settore della raccolta, trasporto, stoccaggio e smaltimento di metalli e altro genere di rifiuti ed al controllo della distribuzione delle apparecchiature da gioco.

Il 26 febbraio 2024, la Polizia di Stato, nell’ambito dell’operazione “Codice interno”, ha eseguito 137 misure cautelari, emesse nell’ambito di due distinti procedimenti penali, i cui indagati sono stati ritenuti responsabili di associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, turbata libertà degli incanti e frode in competizioni sportive. Le indagini hanno consentito di documentare l’operatività, almeno dall’anno 2016, del clan Parisi-Palermiti ed hanno permesso di disvelare molteplici aspetti dell’operato criminale del sodalizio in questione, oltre a documentarne l’operatività nei territori controllati e a tracciare nel dettaglio il suo organigramma. Le indagini hanno fatto luce su molteplici dinamiche, sia di tipo più spiccatamente delinquenziale, ma soprattutto sul modus operandi adottato per intaccare e permeare il tessuto economico e le istituzioni locali. Più nel dettaglio sono stati messi in evidenza: l’ascesa delle nuove generazioni, sempre più avvezzi a sistemi delinquenziali articolati quali le intestazioni fittizie ed il riciclaggio mediante la gestione di centri scommesse; la grande solidità interna del clan; l’infiltrazione nell’economia legale attraverso il condizionamento di numerose aziende cittadine, tra cui spicca una municipalizzata del Comune di Bari, della quale sarebbero state condizionate le scelte societarie anche imponendo assunzioni di sodali del clan o di loro parenti.

Provincia di Barletta-Andria-Trani


Le consorterie della BAT sono storicamente dedite all’usura e alle estorsioni, alla contraffazione, al contrabbando, allo spaccio e traffico di stupefacenti ed estendono le loro attività ai reati predatori (furti di autovetture, che continuano ad affliggere pesantemente la provincia, furti in abitazione, rapine ai commercianti e alle sale gioco; furti agli ATM perpetrati prevalentemente con l’uso di esplosivi, etc.).

Foggia e provincia


La batteria Sinesi-Francavilla è attiva prevalentemente nel capoluogo, nel settore delle estorsioni e nel traffico di sostanze stupefacenti, ma anche in quelli dell’usura e del riciclaggio, nonchè negli ambiti del gioco illegale e in quello dei servizi abusivi di vigilanza e guardiania.

Il 10 ottobre 2024, in Cerignola, la DIA ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro anticipato emesso dal Tribunale di Bari nei confronti di un noto pluripregiudicato della provincia di Foggia, esponente di spicco della locale criminalità organizzata, attivo nel settore degli assalti ai portavalori e ai caveaux, della ricettazione e riciclaggi o di mezzi e autoveicoli. La misura ablativa ha riguardato, complessivamente, un compendio patrimoniale costituito da 6 società (tra le quali un distributore di benzina con annesso bar/tabacchi, sala slot e auto noleggio), numerose autovetture di pregio, disponibilità finanziarie anche in territorio estero, formalmente intestate a prestanomi ma riconducibili al pluri pregiudicato, per un valore complessivo stimato in circa 6 milioni di euro.

Provincia di Palermo


Il 19 novembre 2024, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un provvedimento cautelare nei confronti di un soggetto responsabile di associazione a delinquere di tipo mafioso. L’indagine ha consentito di delineare la posizione verticistica dell’arrestato in seno mandamento di Ciaculli, il quale si occupava principalmente della pianificazione delle estorsioni, del traffico di stupefacenti (sia per quanto attiene le autorizzazioni a svolgere la vendita della droga, sia per quanto concerne il suo approvvigionamento) nonché di dirimere contrasti insorti tra gli affiliati, con riferimento agli incarichi nel settore delle attività estorsive o nell’ambito del sostentamento economico agli associati detenuti. L’attività investigativa ha consentito di ricostruire anche le dinamiche criminali del mandamento che, sebbene pesantemente colpito e privato negli anni delle figure più rappresentative, a causa di importanti operazioni antimafia, ha continuato a coltivare i propri interessi illeciti legati alle più svariate attività economiche, da quelle tradizionali connesse alle estorsioni alle sensalerie di terreni agricoli, a quelle più moderne afferenti al settore del gioco e delle scommesse anche on-line, cui si aggiungono i traffici di droga e il controllo delle piazze di spaccio nel territorio di competenza. Anche nella presente inchiesta si conferma l’esistenza di una cassa comune per le famiglie mafiose di Corso dei Mille, Roccella e Brancaccio. Tra le principali e tradizionali attività illecite gestite da cosa nostra, le indagini nel periodo in esame hanno confermato l’interesse nel traffico degli stupefacenti, nelle estorsioni, a cui si aggiunge quello nel controllo dei giochi e scommesse on line. Nel settore degli stupefacenti, cosa nostra mantiene la regìa della gestione, distribuzione e dell’approvvigionamento, quest’ultimo garantito specialmente da consolidati rapporti con la ‘ndrangheta e la camorra.

Il 3 marzo 2024, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un’ordinanza custodiale nei confronti di 9 soggetti, ritenuti affiliati al mandamento di Ciaculli, responsabili di associazione mafiosa, estorsione aggravata, traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi ed altro. L’operazione trae origine dalle indagini successive all’evento delittuoso verificatosi il 26 febbraio 2024, che ha visto coinvolti anche alcuni degli stessi indagati. Questa inchiesta conferma la capacità di cosa nostra di colmare rapidamente i “vuoti di potere” creati a seguito delle attività di contrasto giudiziarie. Nello specifico caso, la figura “emergente” nella famiglia di Corso dei Mille aveva raccolto l’eredità di un affiliato, della stessa famiglia, all’indomani del suo arresto, assumendo funzioni apicali nel traffico degli stupefacenti, estorsioni, nonché del gioco on-line, attraverso l’imposizione sul territorio dei c.d. pannelli telematici.

Provincia di Trapani


Costanti rimangono le attività di polizia giudiziaria dirette al contrasto del traffico di stupefacenti, delle scommesse e del gioco on line. Nel periodo in esame si sono verificati alcuni episodi delittuosi di natura intimidatoria o anche con l’uso delle armi.

Provincia di Catania


In particolare, gli esiti dell’operazione “Tigre reale”, conclusa il 23 aprile 2024 dai Carabinieri, ha permesso di disvelare una fiorente piazza di spaccio nel quartiere Jungo di Giarre, disarticolando un gruppo criminale a conduzione familiare che avrebbe operato su quel territorio con il placet del clan Laudani. Il successivo 4 ottobre, invece, un’ordinanza di custodia cautelare eseguita dalla Polizia di Stato di Catania avrebbe permesso di accertare come un elemento del clan sarebbe stato in grado, dal carcere, di acquisire notizie riservate sfruttando la figura di un operatore al quale prometteva ingenti importi per sostenere scommesse sportive truccate. Il provvedimento, che ha avuto a oggetto anche il sequestro preventivo delle quote e del complesso aziendale di una società attiva nel settore della ristorazione, del valore di circa 600 mila euro, riconducibile a un elemento di spicco del predetto clan (e con ruolo apicale nel gruppo di Picanello) ha coinvolto anche un esponente dell’amministrazione comunale del Comune di Itala (ME).
Provincia di Messina
L’azione di contrasto alle consorterie mafiose è proseguita nel periodo in riferimento, non solo con le attività repressive e preventive giudiziarie, ma anche sul fronte della prevenzione amministrativa, che ha permesso al Prefetto di Messina di emettere 21 provvedimenti interdittivi nei confronti di società, prevalentemente attive nei settori del trasporto merci e noleggio veicoli pesanti , del commercio all’ingrosso, dell’allevamento di animali, dell’edilizia, della realizzazione e gestione di parchi acquatici, della coltivazione agricola, della distribuzione di apparecchi da intrattenimento e gioco e della gestione di porti turistici, in relazione alle quali, approfonditi accertamenti hanno consentito di rilevare elementi di contiguità con le più importanti consorterie mafiose della Provincia.


Toscana


Il 1° agosto 2024, la Guardia di finanza ha dato esecuzione ad un decreto di confisca1399 nei confronti di un imprenditore attivo nel settore dei giochi e delle scommesse on-line già emerso nell’ambito della nota operazione “Galassia” (2018) per la sua vicinanza alla cosca Piromalli di Gioia Tauro (RC). La misura ablativa, del valore complessivo di circa 700 mila euro, ha riguardato, tra l’altro, 15 terreni ubicati in provincia di Arezzo. In provincia di Prato, risulta consolidata una forte presenza della criminalità cinese che gestisce importanti giri di affari illegali, legati soprattutto all’imprenditoria tessile e dell’abbigliamento, ai settori del gioco e delle scommesse clandestine, cui si ritiene possano essere ricondotte anche ipotesi di riciclaggio.
 

Germania
 

In merito alle consorterie della Campania, il 25 giugno 2024, la DIA, unitamente ai Carabinieri, ha eseguito un decreto di confisca emesso dal Tribunale di Salerno che ha interessato due conti correnti accesi in istituti di credito tedeschi, per un ammontare di oltre 100 mila euro quale provento di attività illecite gestite da diversi gruppi campani nel settore delle scommesse e dei giochi d’azzardo illegali su piattaforme web.


America


Il continente americano si può ritenere un Territorio strategico per la criminalità organizzata internazionale, le cui complesse reti si occupano prevalentemente di narcotraffico, riciclaggio di denaro, senza trascurare il favoreggiamento dei latitanti. A partire dai primi anni del Novecento, l’immigrazione italiana verso gli Stati Uniti ha incluso individui legati ai sodalizi mafiosi che hanno utilizzato questa opportunità per espandere la loro attività delinquenziale oltre oceano. È così che si è formata cosa nostra americana, successivamente divenuta una rete criminale influente e ampiamente ramificata, con attività, in particolare a New York, Chicago e Philadelphia, finalizzate al settore degli stupefacenti ed al gioco d’azzardo.

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